rischi al ribasso sulla crescita e incertezza sulle prospettive di inflazione nell’area euro

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La presidente della banca centrale europea, Christine Lagarde, ha segnalato un aumento dei rischi al ribasso per la crescita economica durante il suo intervento all’IMFC. Le sue parole si concentrano sulle sfide che l’Eurozona deve affrontare, con particolare attenzione all’andamento dell’inflazione e agli effetti delle tensioni commerciali internazionali.

Aumento dei rischi economici nel 2025 e contesto globale

Nel corso dell’incontro dell’IMFC, Lagarde ha evidenziato il peggioramento delle condizioni economiche rispetto alle previsioni precedenti. Le incertezze derivano da fattori esterni come le tensioni commerciali tra grandi economie, che influiscono in modo diretto sull’attività produttiva e sui mercati finanziari dell’area euro. Questi fattori minano la fiducia degli investitori e delle imprese e potrebbero frenare la ripresa economica.

La presidente ha messo in luce come le prospettive globali restino fragili, soprattutto in un contesto che vede un aumento dei prezzi energetici e difficoltà nelle catene di approvvigionamento. Le tensioni geopolitiche e le politiche protezionistiche pesano sull’export europeo e sulle attività industriali, riducendo la capacità di crescita degli Stati membri. In particolare, le imprese mostrano cautela nel programmare nuove assunzioni o investimenti.

Rallentamento dei consumi e riflessi sul mercato interno

L’incertezza penalizza anche i consumi interni, che nel primo trimestre del 2025 hanno mostrato segnali di rallentamento. Il mix di fattori ostili richiede una lettura attenta da parte della Bce, che cerca un equilibrio tra sostegno alla ripresa e controllo dell’inflazione.

Previsioni sull’inflazione e obiettivo della bce

Lagarde ha ricordato che l’obiettivo principale della banca centrale rimane contenere l’inflazione intorno al 2%, un livello considerato sano per l’economia dell’area euro. Nonostante le difficoltà, la Bce si aspetta che l’inflazione torni a stabilizzarsi vicino a questo target nei prossimi mesi.

Tuttavia, la presidente ha sottolineato che le tensioni commerciali e le oscillazioni sui mercati delle materie prime continuano a generare incertezza sulla traiettoria dei prezzi al consumo. Questi elementi possono causare fluttuazioni temporanee, che complicano le decisioni di politica monetaria.

Equilibrio tra monitoraggio e sostegno economico

Le attese per la politica della Bce rimangono di mantenere un equilibrio tra il monitoraggio dell’inflazione e la necessità di sostenere l’economia in un momento delicato. La flessibilità nelle scelte future sembra uno strumento imprescindibile per far fronte a scenari mutevoli.

Effetti delle tensioni commerciali sulle economie europee

Le dispute commerciali internazionali sono tornate a far discutere, soprattutto per l’impatto sull’economia reale nei paesi dell’Eurozona. Lagarde ha puntato l’attenzione sulle conseguenze che queste tensioni hanno sulle imprese esportatrici e sui consumatori.

I dazi e le restrizioni agli scambi commerciali contribuiscono a innalzare i costi di produzione e a rallentare il flusso di beni e servizi tra paesi, creando ostacoli a catena. Questa situazione si ripercuote sull’occupazione e sulle attività manifatturiere, soprattutto in settori già in difficoltà.

Coordinamento con autorità politiche e mercato

La gestione di queste criticità richiede un dialogo costante con le autorità politiche e gli attori economici del continente. La Bce, secondo Lagarde, seguirà con attenzione l’evoluzione delle tensioni commerciali per adattare la propria politica monetaria e sostenere la stabilità finanziaria.

Il contesto resta complesso, e ogni variazione degli equilibri globali potrebbe riflettersi rapidamente sulle prospettive di crescita e prezzo nell’Eurozona, un dato che spinge la banca centrale a restare vigile.





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