Trump e i dazi: aziende sotto pressione tra costi e digitalizzazione

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L’introduzione di nuovi dazi doganali e le continue incertezze che li circondano hanno riacceso le difficoltà per molte aziende, già provate dalla pandemia. Le nuove imposte, che arrivano fino al 25% su prodotti e componenti fondamentali per l’industria, stanno costringendo le imprese a ripensare rapidamente le loro strategie di approvvigionamento.

Sebbene queste misure mirino a incentivare la produzione interna rendendo più costosi i beni importati, spesso finiscono per complicare la gestione della supply chain, facendo sì che la pianificazione degli acquisti sia più ardua, la gestione dei budget e l’esecuzione delle forniture.

Per reagire a questo scenario, molte aziende stanno accelerando la digitalizzazione delle loro operazioni finanziarie e logistiche, puntando su strumenti tecnologici che offrono maggiore controllo, efficienza e visibilità. Soluzioni come i pagamenti digitali, le piattaforme B2B integrate, gli sconti dinamici e l’automazione del ciclo procure-to-pay si stanno affermando come leve strategiche per contrastare l’instabilità economica.

Con l’aumento dei costi dovuto alle tariffe, le aziende stanno adottando strumenti digitali per gestire fornitori, effettuare pagamenti in diverse valute e ottenere condizioni migliori, ad esempio attraverso sconti per pagamenti anticipati.

Amazon, ad esempio, sta valutando l’impatto dei dazi sui propri venditori terzi. Il ceo Andy Jassy ha riconosciuto che i consumatori potrebbero essere colpiti dai rincari, poiché i venditori cercano nuove strategie per mantenere i propri margini di profitto, così come si legge su pymnts.com.

Ma l’approvvigionamento digitale non serve solo a risparmiare: si tratta di costruire un ecosistema intelligente in cui finanza e logistica collaborano in tempo reale, migliorando la reattività aziendale di fronte a eventi imprevisti o cambiamenti geopolitici.

Un ulteriore supporto arriva dai servizi finanziari integrati: strumenti bancari, assicurativi o di prestito incorporati direttamente nei flussi di lavoro aziendali. Questa integrazione consente alle imprese di affrontare più agilmente le oscillazioni nei costi e i cambiamenti nei rapporti con i fornitori. Piattaforme come Flex (che ha raccolto duecentoventicinque milioni di dollari) e Lenkie (con sessantadue milioni di finanziamento) rappresentano questa nuova generazione di soluzioni fintech pensate per semplificare l’accesso al credito e migliorare la gestione dei flussi di cassa.

Nel frattempo, le divisioni aziendali dedicate alla conformità si trovano ad affrontare un numero crescente di controlli KYC (conosci il tuo cliente), AML (anti-riciclaggio) e altre verifiche normative, in un contesto commerciale internazionale sempre più complesso e frammentato.

Alcune aziende stanno faticando ad assorbire l’impatto delle nuove tariffe e delle interruzioni nella catena di fornitura. Altre, invece, stanno sfruttando l’occasione per innovare, adottando carte virtuali e altri strumenti per gestire in modo più efficiente i pagamenti tra aziende.



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