Non è vero che il cavallo non beve: sono le banche a non erogare fondi alle PMI valide che vogliono investire

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La situazione degli impieghi bancari alle imprese a Lucca, come nelle provincie limitrofe di Pisa e Massa e nella regione Toscana, riporta alla situazione nazionale dove diminuisce in percentuale importante (anno su anno 2023 su 2022 e 2024 su 2023) l’offerta di credito alle PMI.

Le imprese soffrono e rallentano gli investimenti a causa del mancato cofinanziamento della spesa da parte del sistema bancario regionale e nazionale. I dati statistici della Banca d’Italia confermano, se ce ne fosse bisogno, che di fatto siamo in recessione: il PIL nominale aumenta dello 0,6/0,7%, quello reale al netto dell’inflazione è negativo per il 2024 e lo sara per il 2025…

Le banche a livello nazionale hanno diminuito in modo significativo lo stock degli impieghi alle aziende (formalmente -5% ma almeno il doppio per le PMI) e siamo al Credit Crunch non dichiarato ma reale mentre la produzione industriale segna il segno meno da oltre 24 mesi.

Occorre ribadire a questo proposito che gli investimenti produttivi si realizzano a ‘leva’, cioè con un cofinanziamento delle banche, ed oggi sono rallentati da due anni di effettiva diminuzione della offerta di credito. Le politiche delle camere di commercio sono meritorie ma l’offerta di credito è un’altra cosa rispetto alle agevolazioni camerali e dipende dalle banche, che non possono poi giustificare la diminuzione con la qualità del credito (percentuale dei crediti in sofferenza). La qualità del credito dipende dagli andamenti congiunturali e settoriali, e si  esprime percentualmente in modo diverso rispetto ai territori presi in considerazione ma trae origine dalle politiche creditizie delle singole banche più che da direttive generali espresse dalle autorità monetarie.

Concludendo, occorre certamente una riflessione ma anche e soprattutto una iniziativa politica forzante delle associazioni di categoria e dei consorzi fidi e del sistema camerale nei confronti delle varie banche presenti sul territorio (banche di credito cooperativo e banche nazionali). La supplenza delle banche fintech, oggi maggiormente disponibili, non è sufficiente a creare le condizioni per maggiori investimenti e quindi sviluppo produttivo…

Gianfranco Antognoli



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