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L’aumento dei costi, i ritardi nelle catene di approvvigionamento e il calo degli investimenti privati potrebbero dare problemi al sistema spaziale europeo
L’industria spaziale europea si trova di fronte a una sfida senza precedenti, a causa della politica dei dazi promossa dall’ex presidente americano Donald Trump. Questo contesto potrebbe portare a un aumento dei costi, ritardi nella catena di approvvigionamento e un calo degli investimenti privati, con conseguenze devastanti per il settore. Marco Aliberti, ricercatore del think tank European Space Policy Institute (ESPI), analizza la situazione attuale e mette in luce i rischi che l’industria spaziale europea sta affrontando.
Aumento dei costi e margini di profitto
Nel breve termine, i dazi imposti dagli Stati Uniti potrebbero tradursi in un significativo incremento dei costi per i beni e servizi europei esportati oltreoceano. Un esempio emblematico è rappresentato dai moduli pressurizzati prodotti dalla Thales Alenia Space a Torino, acquistati da aziende americane come Axiom Aerospace. L’aumento dei costi non solo potrebbe ridurre i margini di profitto delle aziende europee, ma costringerebbe anche a rivedere le strategie di vendita. Le aziende si trovano a dover scegliere tra trasferire l’onere dei costi ai clienti americani o assorbirli, rischiando così di compromettere ulteriormente la loro competitività.
Il rischio di delocalizzazione
La preoccupazione maggiore riguarda il lungo termine. Aliberti avverte che molte aziende europee potrebbero essere indotte a trasferirsi negli Stati Uniti per mantenere l’accesso a un mercato spaziale significativamente più vasto e ricco, cinque volte più grande di quello europeo. Questo scenario rappresenta una minaccia concreta alla competitività del settore spaziale europeo, con il rischio di una fuga di talenti e risorse verso gli Stati Uniti.
Contromisure e catena di approvvigionamento
Inoltre, il ricercatore sottolinea l’importanza delle contromisure europee e dei beni che potrebbero essere colpiti dai dazi. Quando l’Europa costruisce satelliti per programmi come Copernicus o Galileo, gran parte della componentistica elettronica è di origine statunitense. Eventuali controdazi potrebbero destabilizzare la catena di approvvigionamento, allungando i tempi di consegna e aumentando i costi, rendendo i satelliti europei meno competitivi sui mercati internazionali.
Le catene di approvvigionamento nel settore spaziale sono sempre più globalizzate, e le conseguenze di queste politiche commerciali potrebbero portare a una battuta d’arresto della crescita della Space Economy mondiale, soprattutto in un contesto di recessione. I prossimi mesi saranno cruciali per comprendere come l’Europa si adatterà a questa nuova realtà commerciale e quale strategia adotterà per salvaguardare il futuro dell’industria spaziale.
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