Cna Pesaro e Urbino contro l’assicurazione obbligatoria per catastrofi. “Così lo Stato non aiuta le aziende”

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di CRISTINA R. CIRRI

URBINO – La Cna di Pesaro e Urbino contro contro l’obbligo per le imprese di stipulare polizze assicurative contro catastrofi e calamità naturali, imposto per legge dal governo entro il 31 marzo. La Confederazione degli artigiani chiede la proroga fino a fine anno, sostenendo che prima di gravare sui bilanci delle aziende, sono le istituzioni a dover fare prevenzione e manutenzione, soprattutto in un territorio come quello della provincia di Pesaro e Urbino, soggetto ad alluvioni.

La polizza catastrofale è un’assicurazione introdotta dalla legge di Bilancio del 2024 contro eventuali catastrofi naturali quali inondazioni, esondazioni di fiumi, grandine, frane, dissesto idrogeologico e terremoti. Ma finora, solo il 6% delle imprese, su scala nazionale, è coperto per i danni da calamità e la Cna ha stimato che per raggiungerle tutte entro il 31 marzo, bisognerebbe stipulare 200 mila polizze al giorno: “Avevamo chiesto al Governo di prorogare questa scadenza almeno fino a fine anno per dare un aiuto concreto alle aziende, ma non siamo stati ascoltati e così non ci sta aiutando” dice al Ducato il presidente della Cna della provincia di Pesaro e Urbino Michele Matteucci.

Pericolo alluvioni

Nel territorio di Pesaro e Urbino la preoccupazione più grande è legata al dissesto idrogeologico, quindi alluvioni, inondazioni e frane. Nel 2022, in particolare le province di Pesaro e Urbino e Ancona, furono colpite da un’alluvione in cui persero la vita 13 persone e moltissime aziende subirono danni per milioni.

Matteucci, punta il dito contro la prevenzione, a suo dire non sufficiente: “I danni che noi come azienda subiamo spesso e volentieri sono dovuti proprio alla mancanza di manutenzione. In particolare nel nostro territorio si tratta di quelli legati ai corsi fluviali, la pulizia dei fiumi dovrebbe essere indispensabile e di queste cose dovrebbero occuparsene la Provincia o la Regione, non sicuramente le aziende”.

Con le spalle al muro

Il mancato adeguamento da parte delle aziende avrà delle conseguenze, come spiega lo stesso Matteucci: “Chi non pagherà la polizza, che varia da alcune centinaia di euro e aumenta in base al valore assicurato del capitale, non potrà accedere a benefici come la partecipazione a bandi o a finanziamenti pubblici e inoltre in caso di catastrofi naturali non avrà diritto a risarcimento”. Nonostante queste polizze non siano obbligatorie chi non le stipula non va incontro a sanzioni ma “non può comunque accedere a tutti quei prestiti agevolati che tramite il Fondo di garanzia vanno a cambiare il tasso dei mutui”, spiega Matteucci. La critica è rivolta inoltre alla destinazione del denaro delle aziende: secondo il centro studi Cna, il 22,25% del premio di polizza finisce nelle casse statali.





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