Frode bonus edilizi da Busto a Vicenza, sequestro da 720mila euro: 4 indagati MALPENSA24

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BUSTO ARSIZIO – Frode dei bonus edilizi, lavori su immobili fantasma. Da Busto Arsizio sino a Vicenza le indagini dei finanzieri del comando provinciale di Varese portano al sequestro di falsi crediti di imposta per 720mila euro. Quattro indagati per truffa ai danni dello Stato.

Da Busto a Vicenza

La Guardia di Finanza di Varese ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Gip del Tribunale di Vicenza su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di una società vicentina che, sulla base degli elementi probatori emersi dalle indagini preliminari, risulterebbe coinvolta in una frode relativa ai cosiddetti “bonus edilizi”, ovvero le agevolazioni fiscali consistenti nella detrazione d’imposta delle spese sostenute per interventi finalizzati al recupero o restauro degli edifici ed al risparmio energetico.

Documentazione fiscale fasulla

I Finanzieri del Nucleo Pef Varese, dapprima coordinati dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio e successivamente da quella di Vicenza, dove il fascicolo è stato trasferito per competenza, hanno scoperto due imprese schermo, utilizzate per immagazzinare in modo fraudolento i crediti d’imposta derivanti dai bonus edilizi generati “in provetta”, ovvero mediante la creazione di documentazione fiscale artificiosamente precostituita.

Presta nome inconsapevoli

L’indebito credito d’imposta accumulato dalle due imprese, pari ad oltre 2 milioni di euro, sarebbe scaturito dalla realizzazione, simulata, di opere edili per le quali figuravano quali committenti 19 persone fisiche, privati cittadini, che le indagini hanno dimostrato essere del tutto ignari dei crediti loro artatamente attribuiti e totalmente estranei rispetto alla frode in atto.

Immobili fantasma

Nessuno dei 19 proprietari di appartamento o addirittura inquilini dell’immobile, infatti, conosceva le due aziende in questione, così come i relativi amministratori succedutisi nel tempo, ai quali, pertanto, nessun lavoro su alcun immobile era stato mai commissionato. In alcuni casi, addirittura, i cittadini coinvolti non risultavano neppure essere proprietari di immobili; in altri erano effettivamente proprietari di civili abitazioni, ma diverse rispetto a quelle indicate sui documenti prodotti dalle due imprese all’Agenzia delle Entrate per il riconoscimento dei relativi crediti d’imposta.

I crediti d’imposta, unitamente alla certificazione fiscale di supporto, falsa quanto le opere documentate, sono stati quindi “caricati”, con l’ausilio di professionisti abilitati (estranei alla truffa), nei cassetti fiscali delle due società, le quali hanno così acquisito il diritto, garantito dallo Stato, di compensarli in proprio o cederli a terzi, a titolo oneroso.

Il sequestro

Il tempestivo intervento delle Fiamme Gialle e della Procura vicentina, tuttavia, ha consentito al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vicenza di emettere un decreto di sequestro preventivo relativo ai falsi crediti così costituiti, intercettati nel cassetto fiscale di una delle due imprese coinvolte, dove vi giacevano per un importo di oltre 720 mila euro, immediatamente sottoposto a sequestro. I quattro amministratori succedutisi nel tempo nelle due aziende sono stati denunciati a piede libero per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis del codice penale).

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