Previsto rialzo improvviso delle azioni: cosa rischiano gli investitori

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Il recente annuncio congiunto di Cina e Stati Uniti, che prevede la cancellazione del 91% dei dazi aggiuntivi e la sospensione del 24% delle contro-misure, ha innescato un rialzo repentino dell’indice S&P 500 (il più importante indice azionario statunitense) e dei principali asset di rischio.

Per cui è possibile che gli investimenti, anche se generalmente di tipo rischioso, aumenteranno di valore nel tempo. Dopo settimane di volatilità, dovuta ai timori di una nuova guerra commerciale globale, gli investitori sembrano aver tirato un sospiro di sollievo.  Ma dopo questo rialzo improvviso, è davvero un buon momento per i mercati azionari?

Rialzo improvviso delle azioni: ottimismo prematuro?

Secondo Michael Wilson, strategist di Morgan Stanley e voce autorevole tra gli osservatori di Wall Street, l’attuale rimbalzo potrebbe essere soltanto un’illusione ottica. Wilson, a Bloomberg, ha spiegato infatti che per un rialzo sostenibile del mercato americano è fondamentale una posizione più accomodante da parte della Federal Reserve e un calo dei rendimenti obbligazionari a lungo termine (due fattori, questi, che non si sono ancora concretizzati).

Nonostante l’apparente distensione sui dazi, è importante ricordare che la Federal Reserve resta in posizione attendista, ribadendo che un taglio dei tassi di interesse non è imminente. Nel frattempo, il rendimento del Treasury decennale (titoli obbligazionari americani) è salito, superando il 4,4%. E questo è un punto cruciale.

Ora, quando i rendimenti dei titoli di Stato salgono, le azioni diventano automaticamente meno appetibili per molti investitori. Perché? Perché i titoli di Stato, come i Treasury americani, sono considerati investimenti “sicuri”: offrono un ritorno garantito senza rischio di insolvenza. Se il rendimento di questi strumenti aumenta, gli investitori possono ottenere un guadagno interessante semplicemente parcheggiando il denaro in obbligazioni, senza esporsi alla volatilità del mercato azionario.

In questo scenario, chi sceglie di investire in azioni – un investimento per sua natura più rischioso – pretende un “premio” maggiore, cioè un ritorno potenziale più elevato per giustificare il rischio assunto. Quando questo premio non è sufficientemente alto, è questo il momento in cui le azioni iniziano a perdere appeal.

Cosa si rischia? Dalle previsioni di Morgan Stanley è emerso che, se si superasse la soglia del 4,5%, i mercati azionari potrebbero trovarsi esposti a una “compressione dei multipli di prezzo”: in pratica, si tratta di una situazione in cui gli investitori non sono più disposti a pagare prezzi alti per ogni dollaro di profitto aziendale. Questo può portare a una discesa generalizzata dei prezzi, anche se gli utili delle aziende restano stabili. In altre parole, il mercato azionario diventa meno attraente, non perché le aziende vadano male, ma perché esistono alternative più sicure e redditizie.

Per questo, secondo l’esperto Wilson, una vera ripresa sostenibile richiederebbe non solo un accordo commerciale completo e definitivo, ma anche un rafforzamento delle previsioni sugli utili. Finché ciò non avverrà, ogni rialzo rischia di essere effimero, costruito su aspettative più che su dati solidi.

Cosa rischiano davvero gli investitori?

Chi investe oggi sull’onda dell’entusiasmo potrebbe trovarsi a pagare caro un eccesso di fiducia. Il rischio maggiore è quello di acquistare azioni in un momento di euforia generalizzata, con valutazioni gonfiate e margini di sicurezza ridotti. Se la narrativa ottimista dovesse incrinarsi – ad esempio per un nuovo irrigidimento dei rapporti USA-Cina, un’accelerazione dell’inflazione, o una revisione al ribasso degli utili – il mercato potrebbe invertire bruscamente la rotta.

Gli investitori a lungo termine devono dunque mantenere la lucidità. Non si tratta di abbandonare il mercato, ma di muoversi con maggiore prudenza, privilegiando la selezione di titoli con fondamentali solidi, visibilità sugli utili e bilanci robusti. È anche il momento di bilanciare i portafogli, eventualmente ribilanciando l’esposizione su asset meno volatili come obbligazioni o titoli difensivi.

Il messaggio degli analisti più cauti infatti è chiaro: la calma apparente dei mercati non deve trarre in inganno. Il rally osservato in queste settimane ha sicuramente beneficiato del sollievo immediato post-annuncio tariffario, ma manca ancora il supporto strutturale di una politica monetaria più favorevole e di previsioni di utili coerenti con le valutazioni attuali.





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