Prestiti in ripresa ad aprile: mutui in crescita, ma con tassi più alti

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Ad aprile 2025, il mercato del credito bancario italiano ha mostrato segnali di ripresa, con i prestiti a famiglie e imprese tornati a crescere per la prima volta da marzo 2023. Secondo il nuovo rapporto mensile dell’ABI, il comparto ha registrato un incremento complessivo dello 0,3% su base annua, dopo una variazione nulla a marzo. In parallelo, si osservano movimenti contrastanti sui tassi di interesse, mentre migliora ulteriormente la qualità del credito, con un nuovo calo dei crediti deteriorati.

Cosa è successo

Nel dettaglio, ad aprile i prestiti alle famiglie e alle imprese sono aumentati dello 0,3% rispetto allo stesso mese del 2024, con una netta inversione rispetto alla contrazione osservata nei mesi precedenti. A marzo, i prestiti alle imprese erano scesi dell’1,1%, mentre quelli alle famiglie erano saliti dell’1,1%, portando la variazione complessiva a zero.

Nonostante la ripresa del credito, i tassi di interesse restano su livelli relativamente elevati. Il tasso medio sui nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni è salito al 3,29% (dal 3,14% di marzo), a causa dell’aumento del tasso IRS. In calo, invece, il tasso medio sui finanziamenti alle imprese, sceso al 3,82%, contro il 5,45% registrato a dicembre 2023.

La raccolta bancaria conferma la sua dinamica positiva: la raccolta indiretta è cresciuta di 131 miliardi di euro in un anno, con contributi da famiglie, imprese e altri settori. Anche la raccolta diretta ha segnato un +1,7% su base annua, trainata soprattutto dai depositi (+1,9%). Stabili, invece, le obbligazioni bancarie a medio-lungo termine.

Perché è importante

Il ritorno alla crescita dei prestiti rappresenta un segnale incoraggiante per l’economia reale, indicando un potenziale aumento della fiducia da parte di famiglie e imprese nei confronti del sistema bancario.

Il lieve aumento dei tassi sui mutui potrebbe tuttavia frenare la ripresa del settore immobiliare, già messo sotto pressione dal contesto di tassi elevati negli ultimi due anni. La sensibilità al costo del denaro rimane alta.

Infine, il calo continuo dei crediti deteriorati – scesi a 31 miliardi, ai minimi dal 2015 – evidenzia un rafforzamento della solidità del settore bancario, con un’incidenza dell’1,51% sul totale dei crediti.


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