Il dollaro del mercato nero argentino perde terreno mentre il presidente Milei smantella i controlli valutari. — Notizie TradingView

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Il centro di Buenos Aires, in Argentina, ospita una fiorente rete sotterranea di cambiavalute, conosciuta come “arbolitos”.

Tuttavia, la loro attività sta subendo un rapido declino.

Secondo quanto riportato da Reuters, a causa delle severe normative valutarie in vigore in Argentina, i cambiavalute informali hanno prosperato per anni, fornendo ai residenti l’accesso ai dollari statunitensi mentre il valore del peso crollava.

Questa realtà sta ora subendo un radicale cambiamento grazie alla terapia di shock economica del presidente libertario Javier Milei.

Il mese scorso Milei ha eliminato la maggior parte del sistema di controlli sui cambi, in vigore da sei anni, consentendo agli argentini un accesso più libero ai dollari e riducendo il divario tra i tassi di cambio ufficiali e quelli informali.

Questo fa parte di una riforma radicale volta a stabilizzare un’economia che negli anni ha sofferto a causa dell’inflazione, della fuga di capitali e della crescente sfiducia degli investitori.

La riforma del mercato valutario riduce il mercato nero.

Per gli argentini e le imprese, la riforma ha semplificato le cose. Le aziende possono ora acquistare dollari per le importazioni direttamente dal mercato ufficiale, aggirando i precedenti ostacoli burocratici.

Nel frattempo, i consumatori comuni non hanno più bisogno di cercare affari al mercato nero per proteggere il valore dei loro salari.

Per i venditori ambulanti, tuttavia, l’impatto è stato rapido e spiacevole.

Il mercato nero, che da tempo fa parte della vita quotidiana in Argentina, ha visto ridursi i suoi margini di profitto con l’approssimarsi dei tassi di cambio ufficiali e non ufficiali.

Per la prima volta dal 2019, i due tassi sono effettivamente collegati, grazie all’inversione delle restrizioni sui capitali imposte per preservare il peso in calo.

Gli economisti ritengono che questa normalizzazione stia ricostruendo la credibilità del sistema finanziario.

Inoltre, aumenta l’attività economica imponibile, poiché un minor numero di persone si affida a transazioni monetarie non dichiarate.

La politica riceve lodi dagli investitori.

La riforma monetaria di Milei fa parte di un’iniziativa più ampia volta ad aprire l’economia e ad attrarre investimenti esteri.

Il mese scorso, il paese ha firmato un contratto da 20 miliardi di dollari con il Fondo Monetario Internazionale, garantendo stabilità economica a una nazione instabile. L’obiettivo finale è quello di eliminare i controlli sui capitali.

Il nuovo accordo consentirà alle aziende di rimpatriare i profitti senza restrizioni, una svolta fondamentale che, secondo gli osservatori, è stata accolta favorevolmente anche dai mercati internazionali.

La domanda più importante, tuttavia, è come e dove quel capitale fluirà all’interno dell’economia nazionale.

Il mercato nero continua ad essere richiesto.

Tuttavia, le riforme non hanno aiutato tutti i settori allo stesso modo. Il tasso di cambio ufficiale più forte ha reso l’Argentina più costosa per i turisti stranieri, con conseguente riduzione del 25% dell’afflusso turistico nel primo trimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Questo ha comportato la perdita per l’economia di una fonte fondamentale di valuta estera, proprio mentre il paese si apre agli investitori stranieri.

Nonostante i miglioramenti, il mercato nero non è scomparso del tutto. L’ingente numero di lavoratori informali in Argentina, che comprende lavoratori e piccoli imprenditori che operano al di fuori del sistema fiscale regolare, continua a fare affidamento sul cambio di valuta non ufficiale per movimentare ricavi non dichiarati o evitare controlli.

Tradizionalmente, molti argentini hanno convertito i pesos in dollari per proteggersi dalle turbolenze finanziarie.

Tuttavia, nell’economia attuale, con guadagni stagnanti e costi in aumento, sono sempre meno le persone che possono permettersi di risparmiare, per non parlare di convertire i propri risparmi.

Il ristagno salariale indebolisce la domanda di dollari.

L’inflazione si è ridotta leggermente da quando Milei è entrato in carica, ma i salari reali dei dipendenti del settore pubblico hanno continuato a diminuire.

Di conseguenza, molti argentini, come insegnanti e impiegati pubblici, affermano di non potersi più permettere di acquistare dollari, anche se lo volessero.

E in un paese con iperinflazione, dove la perdita del potere d’acquisto delle famiglie sta facendo cedere il dollaro statunitense come strumento di sicurezza, questo non è solo una politica governativa, ma ormai una realtà a livello familiare.

L’esperimento economico ad alto rischio di Milei ha portato alla scomparsa degli “arbolitos” dai marciapiedi di Buenos Aires, con il potenziale di rimodellare l’ambiente finanziario argentino in futuro.



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