Olimpiadi, l’allarme dei costruttori: «Senza finanziamenti a rischio un miliardo di lavori e 450 posti»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
Abruzzo
Agevolazioni
Agrigento
Alessandria
Ancona
Aosta
Arezzo
Ascoli-Piceno
Aste L'Aquila
Asti
Avellino
Bari
Barletta-Andria-Trani
Basilicata
Belluno
Benevento
Bergamo
Biella
Bologna
Bolzano
Brescia
Brindisi
Cagliari
Calabria
Caltanissetta
Campania
Campobasso
Carbonia Iglesias
Caserta
Catania
Catanzaro
Chieti
Como
Cremona
Crotone
Cuneo
Emilia-Romagna
Enna
Ferrara
Firenze
Foggia
Forli-Cesena
Friuli-Venezia Giulia
frosinone
Genova
Gorizia
Grosseto
Imperia
Isernia
Italia
La-Spezia
Latina
Lazio
Lecce
Lecco
Liguria
Livorno
Lodi
Lombardia
Lucca
Macerata
Mantova
Marche
Massa-Carrara
Matera
Messina
Milano
Modena
Molise
Monza-Brianza
Napoli
Novara
Nuoro
Olbia Tempio
Oristano
Padova
Palermo
Parma
Pavia
Perugia
Pesaro-Urbino
Pescara
Piacenza
Piemonte
Pisa
Pistoia
Pordenone
Potenza
Prato
Puglia
Ragusa
Ravenna
Reggio-Calabria
Reggio-Emilia
Rieti
Rimini
Roma
Rovigo
Salerno
Sardegna
Sassari
Savona
Sicilia
Siena
Siracusa
Sondrio
Sud sardegna
Taranto
Teramo
Terni
Torino
Toscana
Trapani
Trentino-Alto Adige
Trento
Treviso
Trieste
Udine
Umbria
Valle d'Aosta
Varese
Veneto
Venezia
Verbania
Vercelli
Verona
Vibo-Valentia
Vicenza
Viterbo


Un miliardo di opere da stabilizzare. Da consolidare attraverso il finanziamento e l’iter autorizzativo prima delle Olimpiadi. Lo chiede l’Ance, l’Associazione dei Costruttori.

Mai così floridi i cantieri delle costruzioni e, in parte, dell’edilizia in provincia di Belluno. Ma, attenzione, bisogna consolidare le prospettive, perché con il completamento delle opere olimpiche si esauriranno, entro fine anno, 450 posti di lavoro; un centinaio sono già stati disattivati.

È vero che la forza lavoro impegnata per i Giochi rappresenta solo il 10-15% di quella provinciale nei due settori delle opere pubbliche e dell’edilizia privata, però i grandi cantieri sono il toccasana per tante piccole imprese.

Il 2024, per la cassa Edile di Belluno, è stato un anno record: 552 aziende e circa 4.800 addetti e un monte retributivo totale (ovvero la somma dei salari pagati dalle aziende) di 43 milioni e 300 mila euro, in crescita di circa il 12% rispetto all’anno precedente. Ma quanto durerà questo trend? Ecco perché Paolo De Cian, presidente provinciale di Ance, rilancia ancora con più forza un appello che fino ad oggi si era limitato a rivolgere alle istituzioni.

«Abbiamo ancora otto mesi di tempo», afferma, «per farci finanziare le grandi opere che erano state annunciate per le Olimpiadi, ma che mancano ancora dell’indispensabile stanziamento pubblico, oltre che del progetto almeno definitivo, quindi dell’iter autorizzativo. Se per il 6 febbraio 2026, queste infrastrutture rimarranno soltanto sulla carta, possiamo purtroppo scordarcele. E sarebbe un colpo duro per tutti».

Si tratta, in particolare, della variante dell’Alemagna tra Pian di Vedoia e Longarone e della tangenziale di Cortina. Le due sospirate circonvallazioni cubano insieme circa un miliardo di euro, considerati gli aumenti dei prezzi rispetto a quando sono state ipotizzate. La variante di Longarone dispone già dei fondi (396 milioni di euro, ma prima dell’incremento).

Il progetto definitivo doveva essere presentato ancora entro il 30 giugno 2024, dopo l’aggiornamento deciso da Simico sullo studio preliminare predisposto dall’Anas. Si era assicurato che il cantiere sarebbe partito la scorsa primavera. Vedrà la luce dopo i Giochi. La tangenziale di Cortina, del costo quasi analogo della direttrice longaronese, non è nemmeno stata finanziata. Almeno per la parte in galleria (che è il tratto più lungo).

«Aspettavamo queste infrastrutture, per i Giochi, come era stato inizialmente detto. Pazienza se arriveranno successivamente; l’importante è averle. Ma l’esperienza dice che se il finanziamento non avviene nel tempo giusto, quello atteso, dopo l’evento si troverà qualche scusa per allungare l’attesa», afferma De Cian. «E per la variante di Longarone, prima delle Olimpiadi è indispensabile che quanto meno si concluda l’iter autorizzativo».

Con poco meno di un miliardo di stanziamenti, le costruzioni in provincia potrebbero assicurare il respiro al settore per qualche altro anno. Almeno fino al 2030-2032. Ma c’è un altro capitolo che De Cian vorrebbe scrivere: quello del post Pnrr, ossia del “Partenariato pubblico privato”, le tre “PPP”, per la realizzazione di opere fondamentali allo sviluppo. «Dopo il Pnrr è impensabile immaginare una politica di investimenti pubblici senza il coinvolgimento dei privati», afferma De Cian.

«Serve un cambiamento culturale che coinvolga imprese, pubbliche amministrazioni e mondo finanziario. È tempo di superare la diffidenza verso uno strumento poco conosciuto ma ricco di potenzialità: il Partenariato Pubblico Privato».

Il tema è fondamentale, soprattutto in prospettiva dell’introduzione dei vincoli relativi ai bilanci delle pubbliche amministrazioni – legati, ad esempio, al patto di stabilità – e del progressivo esaurimento delle spinte propulsive in termini di edilizia connesse al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il presidente riconosce che la formula del pubblico-privato rappresenta una soluzione vincente per superare i limiti connessi agli aiuti di Stato, che si pongono nel momento in cui si prevede una contribuzione pubblica a favore di interventi esclusivamente privati.

«Sbloccare questo impasse», insiste il presidente dell’Ance, «significa consolidare l’edilizia e le costruzioni ai più alti livelli, altrimenti rischiamo di retrocedere dopo aver esaurito i lavori olimpici».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link