Olbia, pioggia di fondi ma la Gallura resta ai margini degli appalti

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
Abruzzo
Agevolazioni
Agrigento
Alessandria
Ancona
Aosta
Arezzo
Ascoli-Piceno
Aste L'Aquila
Asti
Avellino
Bari
Barletta-Andria-Trani
Basilicata
Belluno
Benevento
Bergamo
Biella
Bologna
Bolzano
Brescia
Brindisi
Cagliari
Calabria
Caltanissetta
Campania
Campobasso
Carbonia Iglesias
Caserta
Catania
Catanzaro
Chieti
Como
Cremona
Crotone
Cuneo
Emilia-Romagna
Enna
Ferrara
Firenze
Foggia
Forli-Cesena
Friuli-Venezia Giulia
frosinone
Genova
Gorizia
Grosseto
Imperia
Isernia
Italia
La-Spezia
Latina
Lazio
Lecce
Lecco
Liguria
Livorno
Lodi
Lombardia
Lucca
Macerata
Mantova
Marche
Massa-Carrara
Matera
Messina
Milano
Modena
Molise
Monza-Brianza
Napoli
Novara
Nuoro
Olbia Tempio
Oristano
Padova
Palermo
Parma
Pavia
Perugia
Pesaro-Urbino
Pescara
Piacenza
Piemonte
Pisa
Pistoia
Pordenone
Potenza
Prato
Puglia
Ragusa
Ravenna
Reggio-Calabria
Reggio-Emilia
Rieti
Rimini
Roma
Rovigo
Salerno
Sardegna
Sassari
Savona
Sicilia
Siena
Siracusa
Sondrio
Sud sardegna
Taranto
Teramo
Terni
Torino
Toscana
Trapani
Trentino-Alto Adige
Trento
Treviso
Trieste
Udine
Umbria
Valle d'Aosta
Varese
Veneto
Venezia
Verbania
Vercelli
Verona
Vibo-Valentia
Vicenza
Viterbo


Olbia. Un’isola che costruisce, ma che non guadagna. È questo lo scenario che emerge dal nuovo report della CNA Sardegna sul mercato degli appalti pubblici. Tra il 2020 e il 2024, l’83% del valore complessivo degli appalti pubblici in Sardegna è stato vinto da imprese non sarde. Una percentuale che lascia poco spazio all’interpretazione e che, secondo la Confederazione Nazionale dell’Artigianato, rischia di trasformare il ciclo espansivo legato al Pnrr in un’occasione mancata.

Il dato è ancora più allarmante se si guarda ai numeri delle aggiudicazioni: solo il 37% delle gare sopra il milione di euro è andato a imprese dell’Isola, contro un 63% conquistato da aziende del Continente — soprattutto laziali, campane, siciliane, lombarde ed emiliane — e in alcuni casi persino estere. Le imprese sarde, pur presenti, si muovono su commesse di dimensioni molto più ridotte: in media 4,5 milioni di euro contro i 12 milioni delle concorrenti “esterne”.

La Gallura, terra dinamica fatta di micro e piccole imprese, con una forte presenza di aziende private nei settori dell’edilizia, dell’impiantistica e della manutenzione, risente in modo particolare di questa dinamica. In un territorio dove il turismo rappresenta un motore trainante ma stagionale, il settore degli appalti pubblici potrebbe e dovrebbe rappresentare una leva stabile di crescita economica e occupazionale, ma oggi resta in gran parte appannaggio di realtà strutturate che arrivano da fuori regione.

Le cause di questa esclusione sono diverse. Il report della CNA sottolinea che le imprese locali faticano ad accedere ai bandi più importanti, spesso per mancanza di requisiti tecnici e finanziari, ma anche per l’assenza di strategie industriali che ne favoriscano la crescita strutturale. Il ribasso medio applicato dalle aziende sarde supera il 20%, più alto rispetto a quello delle imprese esterne (circa 18%), ma a fronte di contratti meno complessi e meno remunerativi.

Da qui l’appello della Confederazione: servono politiche industriali mirate, capaci di favorire le aggregazioni tra imprese, sostenere la formazione, l’innovazione e la qualificazione tecnica degli operatori locali. Non basta assegnare i lavori: è necessario costruire un sistema imprenditoriale sardo che sia competitivo e in grado di gestire anche le sfide più complesse.

Per la Gallura, dove esiste un tessuto economico diffuso ma frammentato, questo significa guardare agli appalti non solo come fonte di lavoro, ma come strumento strategico di crescita locale e consolidamento industriale. Il momento è ora: tra Pnrr e investimenti strutturali, le risorse pubbliche possono diventare uno dei pilastri su cui costruire l’economia del futuro. A condizione che restino, almeno in parte, a casa.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link