Tesla e non solo, ecco come e quanto l’Ue ha sovvenzionato le aziende di Musk

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Oltre a tirare la volata alle auto elettriche con norme sempre più restrittive che colpiscono anzitutto gli industriali europei, la Ue ha ammesso di aver corrisposto a vario titolo somme molto importanti alle aziende di Musk negli ultimi anni. Un cortocircuito che si è fatto via via più evidente con l’aumentare degli attacchi che l’uomo più ricco del mondo riserva a Bruxelles e ai Paesi membri. Fatti, numeri e approfondimenti

Mentre le Case automobilistiche europee (e non) si affannano a stipulare con Tesla, marchio occidentale numero 1 per produzione di auto elettriche, accordi di condivisione delle emissioni per non sforare i limiti sulla Co2 che l’Unione europea ha imposto (e leggermente annacquato nelle ultime settimane, spalmandoli su di un triennio) altri soldi, questa volta pubblici, arrivavano alle società dell’uomo più ricco del mondo in via diretta proprio dalla Ue.

TUTTI I SOLDI PUBBLICI CHE LA UE HA DATO A MUSK

Ad alzare il velo sulla questione un’interrogazione dell’eurodeputato verde tedesco Daniel Freund che ha avuto il merito di chiedere alla Commissione il computo delle sovvenzioni che aziende statunitensi come Tesla, Space X e X, tutte riconducibili a Elon Musk, hanno ricevuto negli ultimi anni: il totale sfiora i 340 milioni (per la precisione supera i 338 milioni).

 

“Secondo il Sistema di Trasparenza Finanziaria, nel 2023 risultano tre sovvenzioni a Tesla Motors Netherlands Bv nell’ambito del Connecting Europe Facility“, scrive il Commissario Ue al Bilancio, Piotr Serafin. Nel dettaglio, 14,9 milioni sono andati al progetto ”21-EU-TC-Tesla EV charging (Cohesion)”, ben 133,7 milioni a “21-EU-TC-Tesla EV charging (General)”, e 9,8 milioni sono serviti a finanziare “21-EU-TG-Tesla EV charging II”. Con il risultato paradossale che la Ue ha da un lato finanziato i progetti green del Gruppo dall’altro spinto le altre Case a stipulare accordi di pooling col marchio texano rendendo via via più stringenti le normative sulle emissioni di Co2. Tutto ciò mentre Musk, prima via X poi direttamente dalla Casa Bianca in virtù del nuovo ruolo politico, sparava a zero sulla Ue, sui suoi principali Paesi membri e sui politici di spicco del Vecchio continente.

IL CONTRATTO DA 180 MILIONI CON SPACEX

Tesla non è stata nemmeno la sola azienda riconducibile all’uomo più ricco del mondo a fare affari con l’Unione europea. Nel 2024, infatti, SpaceX ha strappato all’Agenzia Spaziale Europea per conto della Commissione un contratto “per due lanci pianificati da tempo, ciascuno dei quali trasportava due satelliti Galileo. Ciò per via dei ritardi nella messa in servizio di Ariane 6, il lanciatore standard per Galileo”, giustificano dalla Commissione. Il passaggio sui razzi di Musk, secondo quanto pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea è costato 180 milioni. Che peraltro si aggiungono ai soldi spesi per l’Ariane.

I SOLDI SPESI DALLA UE PER SPOT SU X

Ma probabilmente la cifra che rischia di imbarazzare maggiormente la Ue riguarda l’ex Twitter, piattaforma social che, è noto, Musk utilizza da tempo come megafono per sferrare gli attacchi al Vecchio continente. La Commissione, compresi tutti i suoi dipartimenti e le sue rappresentanze negli Stati membri, hanno speso “circa 630.000 euro in pubblicità a pagamento sulla piattaforma”. In questo caso l’eurodeputato sottolinea che “dall’ottobre 2023, la Ue ha sospeso tutta la pubblicità e i servizi a pagamento su questa piattaforma. Questa sospensione rimane in vigore”, almeno secondo la risposta ricevuta dal commissario.

 

Mentre le spese su X erano già state bloccate, non è invece chiaro se le altre aziende dell’addetto alla spending review della Casa Bianca (la sola spesa pubblica che gli piace pare sia quella che dà sostanza ai contratti federali stipulati dalle sue innumerevoli imprese) stiano continuando a ricevere sovvenzioni a vario titolo. “Musk è un nemico dichiarato dell’Unione Europea. È inaccettabile che continuiamo a finanziare l’uomo più ricco del mondo con centinaia di milioni”, ha scritto l’eurodeputato tedesco su X. Sullo sfondo resta poi il tema legato a Starlink, l’Internet satellitare che, proprio per via della presenza di Musk, crea più di un grattacapo ai Paesi membri che lo vorrebbero adottare come sistema di connessione in caso di emergenza.

Resta da capire se la questione sollevata dall’eurodeputato verde partorirà una battaglia ideologica destinata a sfociare in qualche ridicola crociata contro le imprese americane dell’imprenditore sudafricano o imporrà una seria riflessione sia sul tema dei conflitti di interessi sia su quello, probabilmente più impellente, delle sovvenzioni comunitarie a imprese estere in un momento storico in cui i principali competitor europei (la Cina e gli Usa) adottano politiche particolarmente protezionistiche finalizzate ad avvantaggiare l’industria di casa propria e a ostacolare gli affari delle rivali del Vecchio continente.





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