Florovivaismo: Cia, più chiarezza su Contributo Ambientale vasi per imprese

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I vasi da florovivaismo utilizzati negli scambi B2B (business to business) sono mezzi di produzione e non imballaggi e, quindi, non sono soggetti al Contributo Ambientale CONAI (CAC), che è applicabile soltanto nelle vendite B2C (business to consumer). Questo il risultato fondamentale dell’azione di Cia-Agricoltori Italiani, che da tempo è impegnata a sostenere la corretta interpretazione della normativa sugli imballaggi.

Le azioni intraprese dalla Confederazione – dalle lettere inviate al Ministero dell’Ambiente e al CONAI fino al tavolo di confronto promosso dal MASE – hanno portato infatti a nuovi sviluppi. In particolare, il CONAI ha condiviso l’interpretazione di Cia, riconoscendo che i vasi per le aziende florovivaistiche rappresentano beni indispensabili per la crescita delle piante e non strumenti destinati al mero trasporto e commercializzazione.

            Parallelamente, è stato avviato un dialogo con la Commissione per ottenere chiarimenti sul Regolamento Ue 2025/40 sugli imballaggi, al fine di definire in modo preciso le competenze, le responsabilità e la copertura dei costi di gestione e raccolta.

Inoltre, è in fase di elaborazione un documento congiunto tra CONAI e PolieCo, da sottoporre al Mase, che definirà le modalità di gestione a fine vita dei vasi e proporrà misure per contrastare gli acquisti non tracciati e la concorrenza sleale, per Cia anche con l’obiettivo di ridurre al minimo gli oneri per le imprese del settore.

L’impegno profuso negli anni da Cia, insieme alla sua associazione Florovivaisti Italiani, ha permesso finora di evitare l’applicazione del CAC. Adesso l’obiettivo è orientare le decisioni future verso una gestione efficiente del Contributo Ambientale, con il minor impatto burocratico per le aziende florovivaistiche ed evitando forme di concorrenza sleale tra i paesi Ue.

Cia continuerà a seguire da vicino l’evoluzione della situazione, con gli occhi puntati sul 30 giugno, termine del periodo transitorio stabilito dal CONAI per l’applicazione del CAC.

“Questo è un risultato importante, che premia la nostra determinazione nel far valere le ragioni di un settore strategico del Made in Italy che vale oltre 3 miliardi, conta 27 mila aziende e dà lavoro a 100 mila addetti -dichiara il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Continueremo a lavorare per garantire che la normativa sia applicata in modo corretto ed equo, sostenendo le imprese del settore e promuovendo la sostenibilità ambientale”.

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