CNA Mantova: “Dal 2012 a fine marzo 2025 perse oltre 3. 500 imprese artigiane”

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MANTOVA -I recenti dati sulla natimortalità delle imprese nei territori di Cremona, Mantova e Pavia, elaborati dalla Camera di Commercio, rivelano una preoccupante contrazione nel settore artigiano mantovano.

Già da tempo, ben prima della pandemia, la Direttrice della CNA, Elisa Rodighiero, aveva lanciato l’allarme sulla continua perdita di imprese artigiane nel tessuto produttivo locale. Come sottolinea il portavoce della CNA, Franco Bruno, i dati del primo trimestre 2025 parlano chiaro: l’artigianato mantovano registra un saldo negativo di 47 unità tra aperture e chiusure, portando il numero totale di imprese registrate a fine marzo a 9.718 e determinando un tasso di crescita del -0,5%.

Il declino è evidente: dalle 13.287 imprese artigiane del 2012, si è passati alle 9.718 attuali. In poco più di 12 anni, nel mantovano sono scomparse ben 3.569 realtà artigiane.

Oltre ai problemi strutturali che affliggono il settore da anni, la Rodighiero evidenzia l’invecchiamento della popolazione artigiana, dovuto in particolare a uno scarso ricambio generazionale. Negli ultimi anni, molte attività artigianali tradizionali, ad alta intensità di lavoro manuale, hanno subito una “assurda svalutazione culturale” del lavoro manuale. Si segnala inoltre un processo di aggregazione tra imprese, volto ad aumentare la competitività sul mercato.

La CNA esprime particolare preoccupazione per i dati negativi del primo trimestre 2025 nei settori manifatturiero, delle costruzioni e dei trasporti, considerati fondamentali per l’economia mantovana. Unica nota positiva è rappresentata dalle attività artigianali di servizio, in particolare nei settori del benessere e dell’informatica, che mostrano segnali di crescita.





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