Professioni “verdi“. All’Umbria piace assumere sostenibile. Ma mancano i profili

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Si chiamano “green jobs“ e sono tutte quelle professioni legate alla transizione ecologica. E l’Umbria, con il 34,8% di assunzioni in questa direzione, si conferma tra le regioni più attente al sostenibile e al rinnovabile. Lo certificano i dati del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro: 22.470 posti di lavoro verdi su 64.540 assunzioni totali, un risultato che supera sia la media nazionale (34,3%) sia quella del Centro (32,2%). Meglio dell’Umbria, nel Centro, fanno solo le Marche (35,4%).

Numeri che raccontano di un sistema produttivo sempre più orientato a investire su risparmio energetico, bioedilizia, energie pulite e gestione ambientale. Le imprese umbre dimostrano di aver compreso l’importanza della svolta verde, adattando i propri modelli di business alle nuove esigenze ambientali e sociali.

“Il dato – dichiara il presidente della Camera di Commercio, Giorgio Mencaroni – conferma che l’Umbria è pienamente protagonista della transizione ecologica italiana. Siamo soddisfatti di vedere le nostre imprese in prima linea, capaci di anticipare i cambiamenti e investire in nuove competenze. Tuttavia, la difficoltà di reperire profili adeguati deve far riflettere. Serve un impegno straordinario sul fronte della formazione tecnica e specialistica: ITS Academy, scuole e università devono essere accompagnate in un grande piano di aggiornamento e orientamento. Non possiamo permetterci che migliaia di opportunità di lavoro green vadano perse. L’Umbria ha tutte le carte in regola per diventare un modello nazionale di sviluppo sostenibile, ma la sfida delle competenze è ora e non può essere rimandata”.

Ma c’è anche un nodo da sciogliere: in Umbria il 59,3% della domanda green è di difficile reperimento, contro una media italiana del 53,8% e una media del Centro del 51,9%. Sono oltre 13.325 i posti che rischiano di restare scoperti nel 2024, una delle percentuali più alte d’Italia insieme alle Marche.

Le cause principali? La scarsità di candidati e la carenza di competenze specifiche. In Umbria il 64,7% delle imprese richiede esperienze pregresse ai candidati green (67,9% in Italia, 66,1% nel Centro). Le professioni più richieste comprendono tecnici specializzati, operai qualificati nella gestione eco-compatibile dei processi, esperti in bioedilizia, consulenti ambientali e figure per la gestione sostenibile delle filiere agroalimentari. La richiesta si estende anche ai tecnologi ambientali, agli installatori di impianti fotovoltaici, agli energy manager e ai tecnici della mobilità sostenibile.

A livello provinciale, la provincia di Perugia mostra una maggiore vivacità: 17.850 assunzioni green su 50.600 programmate (35,5%), contro le 4.629 su 13.940 di Terni (33,1%). Anche la difficoltà di reperimento è più alta a Perugia (60,1%) rispetto a Terni (56%). Quanto alla richiesta di esperienza specifica, il quadro si inverte: a Terni il 68,8% delle assunzioni green richiede esperienza, a Perugia il 63,7%. Il divario tra le due province evidenzia come le dinamiche territoriali della transizione verde siano influenzate anche dalla struttura produttiva locale e dalla capacità dei sistemi formativi di rispondere ai nuovi fabbisogni.

Silvia Angelici



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