Eni avvia la fase esecutiva di Liverpool Bay CCS: dal Regno Unito 21,7 miliardi di sterline per la decarbonizzazione

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Il governo britannico dà il via libera a Liverpool Bay CCS, fulcro del progetto HyNet, uno dei più grandi cluster industriali al mondo per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica

Eni scrive una nuova pagina nella transizione energetica globale con la chiusura finanziaria del progetto Liverpool Bay CCS, che segna l’inizio della fase esecutiva di un’iniziativa destinata a trasformare il settore della cattura e stoccaggio della CO₂ (CCS). Il progetto avrà l’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni industriali nel Nord-Ovest dell’Inghilterra e nel Galles del Nord, contribuendo così alla realizzazione di una green economy.

L’annuncio ufficiale è avvenuto a Londra durante il “Summit on the Future of Energy Security”, nel giorno in cui sono stati presentati i conti del primo trimestre 2025 del colosso petrolifero. Questo accordo apre la strada a ingenti investimenti che daranno il via alla creazione di una catena di approvvigionamento dell’anidride carbonica e alla nascita di una newco dedicata al carbonio, una società satellite che valorizzerà gli asset legati alla cattura e allo stoccaggio della CO₂.

Il progetto Liverpool Bay: trasporto della CO₂ verso i giacimenti di Eni

Il Liverpool Bay CCS sarà il cuore pulsante del Cluster HyNet, uno dei progetti più ambiziosi al mondo nel settore della cattura e stoccaggio della CO₂. L’anidride carbonica, proveniente da industrie chiave come cementifici, impianti di recupero rifiuti e impianti di idrogeno low-carbon, verrà trasportata attraverso condotte nuove e riutilizzate per essere stoccata in modo sicuro nei giacimenti di gas naturale del cane a sei zampe nella Liverpool Bay.

Il progetto prevede la realizzazione di 35 km di nuove condotte, che si aggiungeranno ai 149 km di infrastrutture esistenti (sia onshore che offshore). Questo sistema altamente tecnologico garantirà un flusso continuo e sicuro di CO₂, contribuendo significativamente a ridurre le emissioni industriali. La capacità iniziale di stoccaggio sarà di 4,5 milioni di tonnellate all’anno e crescerà fino a 10 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030.

Il Regno Unito investirà 21,7 miliardi di sterline nei Cluster CCS

La chiusura finanziaria è stata possibile grazie a un significativo investimento pubblico da parte del governo britannico, che ha stanziato 21,7 miliardi di sterline per i primi due cluster CCS, tra cui HyNet, da distribuire nell’arco di 25 anni. Con l’avvio della fase esecutiva, il progetto Liverpool Bay CCS avrà un impatto diretto sull’economia locale, generando circa 2.000 nuovi posti di lavoro durante la fase di costruzione. Questo contribuisce a stimolare la crescita economica e promuovere una transizione energetica sostenibile.

La fase di costruzione del progetto inizierà quest’anno, con l’obiettivo di avviare le operazioni di stoccaggio dell’anidride carbonica entro il 2028, in linea con la timeline degli emettitori industriali che fanno parte del Cluster HyNet.

“Questo investimento, frutto della nostra partnership con Eni, dimostra come governo e industria possano lavorare insieme per stimolare l’economia, creare occupazione e garantire un futuro energetico pulito – ha dichiarato il segretario di Stato per la Sicurezza Energetica e il Net Zero, Ed Miliband –. Stiamo facendo del Regno Unito una superpotenza dell’energia pulita e, allo stesso tempo, creiamo opportunità di lavoro e sicurezza energetica per il futuro”.

Per il ceo di Eni, l’accordo con il governo del Regno Unito rappresenta un traguardo strategico e un segnale forte della leadership di Eni nel settore della cattura e stoccaggio della CO2. “Il Regno Unito è un pioniere nella creazione di un contesto normativo favorevole alla CCS, e grazie a questa partnership, Eni si afferma come leader nelle attività di trasporto e stoccaggio della CO2”, ha affermato Descalzi. “La Ccs avrà un ruolo cruciale nell’affrontare la sfida della decarbonizzazione, eliminando in modo sicuro le emissioni di CO2 provenienti da industrie che attualmente non dispongono di soluzioni altrettanto efficienti ed efficaci. Eni conferma di essere in prima linea per la creazione di questo nuovo business altamente sostenibile legato alla transizione energetica”, ha concluso l’ad del colosso petrolifero.



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