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“Acquistare una polizza contro le catastrofi, in un Paese ad alto rischio sismico e con eventi naturali sempre più violenti è un atto di buon senso e bene hanno fatto governo, ministero del Made in Italy e dicastero dell’Economia, su questo tema”. Lo dice il nuovo presidente di Ania, Giovanni Liverani in un’intervista a Mf-Milano Finanza. “Si tratta – aggiunge – di coperture che per le micro e piccole imprese, le più esposte, hanno un costo medio di qualche centinaio di euro e che le aziende avrebbero dovuto già comprare da sole per garantirsi uno scudo protettivo contro eventi che possono creare pesanti danni bloccando a lungo l’attività”. Liverani ha risposto alla domanda sulla possibilità che ci siano costi per i premi intorno a due miliardi per le imprese spiegando che ci sarà una dinamica competitiva dato che in Italia ci sono oltre 100 compagnie di assicurazione. “Fino a metà marzo – afferma – c’era la fila nelle agenzie di imprenditori che chiedevano polizze catastrofali. Tutto si è bloccato quando è stato rinviato il termine dell’obbligatorietà ma sono sicuro che, nei prossimi mesi, il processo ripartirà e sarà un successo”. Bisognerà però lavorare anche sull’assicurazione delle case dato che meno del 6% delle abitazioni italiane ha una protezione contro le catastrofi “. Il presidente dell’Ania ha poi affrontato il tema della sanità in un Paese che invecchia. “Il Ssn non può reggere a lungo i trend demografici di invecchiamento della popolazione – spiega. Già oggi ci sono 40 miliardi di euro che gli italiani spendono di tasca propria per curarsi che potrebbero essere utilizzati meglio facendo crescere la sinergia tra il Servizio Sanitario Nazionale e fondi e polizze sanitarie”. Bisogna, conclude, “partire dalle scuole. Gli italiani hanno ingenti liquidità a breve termine sui conti correnti come autoassicurazione da usare in caso di spese impreviste. Con una copertura assicurativa quelle risorse potrebbero essere liberate e reinvestite in maniera molto più efficiente. Serve fare educazione assicurativa già tra i banchi di scuola e lavorare sulla prevenzione”. (AGI)
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