prime difficoltà tra le ditte individuali

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Le ultime rilevazioni su imprese e consumi in provincia di Potenza mostrano un quadro che, pur mantenendosi stabile nel complesso, evidenzia alcune difficoltà soprattutto tra le ditte individuali. Le dinamiche del commercio locale risentono delle condizioni economiche generali, con segnali di sofferenza che emergono soprattutto in alcune categorie merceologiche. Scopriamo come si muove ora il settore e quali sono le tendenze più recenti.

Quadro delle imprese commerciali in provincia di potenza

Al primo trimestre 2025 in provincia di Potenza risultano attive 7.668 imprese legate al commercio. Tra queste, una quota importante supera il 50%, riferendosi alle ditte individuali, ben 4.971 unità. Questo dato conferma un tessuto imprenditoriale locale fondato soprattutto su attività di piccola scala e gestione autonoma.

Flessione nelle ditte individuali

Tuttavia, dall’analisi delle iscrizioni e cessazioni emerge un segnale negativo proprio in questo comparto. Le ditte individuali hanno registrato una flessione dell’1,3% nel saldo tra nuove aperture e chiusure. Si tratta di un dato più marcato rispetto alla media complessiva del commercio, che si attesta su un meno 0,84%. Ciò indica un primo disagio che interessa soprattutto queste realtà, spesso più vulnerabili alle variazioni di mercato e ai problemi economici.

Questa tendenza riflette una situazione economicamente fragile per le attività di piccole dimensioni sul territorio potentino. L’attività giornaliera, i costi di gestione e la concorrenza con realtà più grandi mettono pressione sulle ditte individuali, che già devono affrontare un contesto di consumi deboli.

Andamento dei consumi delle famiglie e effetti sul commercio locale

La difficoltà più grande, come confermato da Angelo Lovallo, presidente di Confcommercio Potenza, riguarda la domanda interna. In provincia, in effetti, i consumi delle famiglie rappresentano un punto critico. Le famiglie spendono meno o meglio, orientano la spesa verso beni e servizi specifici, evitando categorie tradizionali.

Secondo le rilevazioni del Centro Studi di Confcommercio, la spesa si concentra principalmente su tempo libero e cultura, due ambiti considerati essenziali per il benessere psicofisico, soprattutto in tempi di difficoltà. Nel contempo calano nettamente gli acquisti di alimentari, abbigliamento, mobili, elettrodomestici e mezzi di trasporto.

Questa contrazione colpisce duramente quelle imprese che basano il loro fatturato su beni di consumo quotidiano o investimento familiare. Il commercio al dettaglio in questi settori soffre di un minor afflusso di clientela e di una minore capacità di spesa da parte dei residenti.

Pressioni inflazionistiche e il loro impatto economico

Il contesto economico generale evidenzia una pressione contenuta sull’inflazione, un elemento che può influenzare la capacità di acquisto. Ad aprile 2025, l’indice dei prezzi al consumo è previsto in crescita dello 0,3% rispetto al mese precedente, con un aumento annuo del 2,2%.

Questi numeri indicano un rialzo modesto rispetto alle precedenti fasi di aumento dei prezzi. Le variazioni moderate potrebbero indicare un punto di stabilità temporanea, senza allarmare troppo i consumatori o le imprese.

Tuttavia, anche questa lieve crescita può incidere sul bilancio delle famiglie con redditi più bassi o meno sicuri, limitando margini di spesa e determinando ulteriori ripercussioni sul commercio locale, soprattutto in quegli ambiti già in sofferenza.

Interventi per sostenere centri storici e piccoli comuni

Nel panorama delineato, Confcommercio Potenza sottolinea la necessità di interventi specifici per sostenere il commercio, con attenzione particolare ai centri storici e ai piccoli paesi della provincia.

Questi luoghi, che rappresentano spesso il cuore delle comunità e la vetrina del territorio, mostrano una grande fragilità. La combinazione di cali nei consumi, costi di gestione e competizione rende indispensabile l’adozione di misure concrete per sostenere le imprese.

La richiesta include azioni che favoriscano un ritorno alla vitalità commerciale, come agevolazioni fiscali, promozione degli acquisti locali o investimenti in infrastrutture, per evitare l’ulteriore spopolamento economico e sociale di queste aree.

Le dinamiche attuali impongono una riflessione attenta sulle condizioni delle attività, per mantenere viva la rete commerciale, vitale per l’economia locale e per la quotidianità dei residenti.





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