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Due uomini agli arresti domiciliari, un paese che si sveglia tra sirene e auto carbonizzate, e sullo sfondo l’ombra lunga del sospetto: un regolamento di conti consumato tra le fiamme, con la benzina a fare da lingua e il fuoco da firma.
Succede a Soverato, sulla costa ionica catanzarese. I Carabinieri della Compagnia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica. L’accusa è pesante: incendio doloso. Agli arresti domiciliari sono finiti Rocco Guido Mellace, 36 anni di Satriano e Vincenzo Scicchitano, 36 anni anche lui di Satriano.
Una scia di fuoco che parte l’8 marzo
Le fiamme cominciano a parlare la notte dell’8 marzo 2025: due autovetture incendiate, un terzo tentativo fallito. Passano pochi giorni, ed ecco il bis: un’altra vettura bersaglio, stavolta seguita da un’azione contro un locale commerciale. Sempre con lo stesso copione: liquido infiammabile, fiamme rapide, messaggi chiarissimi.
Gli episodi – dicono gli investigatori – non sono né casuali né isolati: la mano, probabilmente la stessa, ha agito con metodo e movente. Secondo l’ipotesi della Procura di Catanzaro che ha coordinato le indagini si sarebbe trattato di una vera e propria campagna intimidatoria, mirata a regolare conti con soggetti specifici.
Gravi indizi su atti intimidatori
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, nella fase delle indagini preliminari – che richiede ancora la verifica processuale nel contraddittorio con la difesa – emergono gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati. Gli stessi avrebbero fatto uso di materiale infiammabile per atti intimidatori connessi a un presunto regolamento di conti con le persone offese.
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