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Nel linguaggio quotidiano, il termine sostenibilità è ormai onnipresente. Si trova nei bilanci aziendali, nei programmi politici, nei racconti dei media e persino sulle etichette dei prodotti che acquistiamo. Ma che cos’è davvero la sostenibilità? E perché oggi è diventato così urgente parlarne in modo chiaro e concreto?
Questo articolo vuole essere una guida completa alla sostenibilità, per fare chiarezza, rispondere alle domande più frequenti, ma anche ispirare azione. Perché il futuro che immaginiamo – equo, inclusivo, prospero e rispettoso del pianeta – si costruisce oggi, a partire dalle nostre scelte.
Che cos’è la sostenibilità?
La parola “sostenibilità” ha radici profonde, che affondano nel concetto di equilibrio tra uomo e natura, presente già nelle culture antiche e nei saperi tradizionali. Ma il termine, così come lo intendiamo oggi, è il frutto di un lungo percorso culturale, economico e ambientale.
Il primo uso moderno della parola sostenibile (sustainable) risale agli anni ’70, un periodo segnato dalla crescente consapevolezza dei limiti ecologici del pianeta. In quegli anni, la comunità scientifica lanciava i primi allarmi sul sovrasfruttamento delle risorse naturali, sulla crescita demografica e sull’impatto dell’industria. Il rapporto del Club di Roma del 1972, “I limiti dello sviluppo”, fu una pietra miliare: per la prima volta si metteva in discussione l’idea di una crescita economica illimitata.
Il concetto trovò una definizione ufficiale e di ampia diffusione nel Rapporto Brundtland del 1987, redatto dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite, guidata dall’ex premier norvegese Gro Harlem Brundtland. È qui che troviamo la celebre definizione:
“Sviluppo sostenibile è quello sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.”
Questa frase divenne il pilastro di una nuova visione del progresso, capace di tenere insieme economia, ambiente e società. Da quel momento in poi, la sostenibilità è uscita dai circoli accademici per entrare nel dibattito politico, nell’agenda delle imprese e nella vita quotidiana delle persone.
Oggi, la sostenibilità è una bussola per navigare il presente e progettare il futuro. Non è solo un obiettivo da raggiungere, ma un modo di pensare, agire e costruire relazioni più giuste con il mondo che ci circonda.
Agenda 2030
Nel 2015 le Nazioni Unite hanno adottato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un piano globale articolato in 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Dalla lotta alla povertà al clima, dall’uguaglianza di genere all’accesso all’energia pulita, gli SDGs offrono una visione integrata e ambiziosa per trasformare il mondo entro il 2030.
Quali sono i tre tipi di sostenibilità?
La sostenibilità non è solo ambientale. È un concetto tridimensionale, che abbraccia l’ambiente, la società e l’economia. Solo l’equilibrio tra questi tre elementi permette uno sviluppo duraturo e giusto.
1. Sostenibilità ambientale
Preservare la natura, ridurre le emissioni, proteggere la biodiversità e limitare l’uso delle risorse. È la base ecologica di ogni altra forma di sostenibilità.
2. Sostenibilità sociale
Costruire società inclusive, eque e solidali. Garantire diritti, salute, istruzione, lavoro dignitoso e pari opportunità per tutti.
3. Sostenibilità economica
Promuovere modelli economici che creino valore senza distruggere l’ambiente o generare disuguaglianze. È l’arte di crescere in modo responsabile.
“Non può esserci benessere economico in un mondo che soffoca per l’inquinamento e si divide per le disuguaglianze.”
– Gro Harlem Brundtland
In ambito aziendale, queste tre dimensioni si rispecchiamo nell’acronimo ESG: Environmental, Social, Governance.
Quali sono i 4 pilastri su cui si basa lo sviluppo sostenibile?
Oggi si parla di sviluppo sostenibile per indicare un modello di progresso che mette al centro le persone e il pianeta. Quattro sono i pilastri su cui si fonda:
- Ambiente – Rispettare gli ecosistemi, promuovere la transizione energetica, contrastare il cambiamento climatico.
- Società – Garantire diritti, parità, coesione sociale, servizi essenziali.
- Economia – Creare innovazione e occupazione sostenibile, promuovere l’economia circolare.
- Governance – Attuare politiche lungimiranti, trasparenti e inclusive, coinvolgendo cittadini, imprese e istituzioni.
Le città sostenibili
Oltre il 55% della popolazione mondiale vive oggi nelle città, che consumano oltre il 70% delle risorse energetiche globali. Rendere le città più green, resilienti e inclusive è una delle sfide più urgenti e affascinanti della sostenibilità. Progetti come le smart cities, l’urbanismo tattico e la mobilità dolce sono già realtà in molte metropoli.
La sostenibilità oggi: un’urgenza e un’opportunità
Oggi, parlare di sostenibilità non è più solo una scelta etica: è una necessità sistemica. Il cambiamento climatico accelera, le risorse si esauriscono, le disuguaglianze si ampliano. Ma la sostenibilità è anche una straordinaria occasione di innovazione, occupazione e benessere diffuso.
- Le aziende adottano metriche ESG (ambientali, sociali e di governance).
- Le startup investono in green tech, bioedilizia, energie rinnovabili.
- I cittadini riscoprono valori di comunità, consumo consapevole, rigenerazione.
È in corso un cambio di paradigma. E anche se la transizione è complessa, i segnali di speranza sono ovunque.
Sostenibilità aziendale: l’equilibrio tra profitto, persone e pianeta
La sostenibilità non è più solo una questione ambientale o etica. Oggi rappresenta una vera e propria leva strategica per le imprese, capace di generare valore nel lungo periodo, migliorare la reputazione, attrarre investitori e talenti, e anticipare i rischi.
Fare impresa in modo sostenibile significa integrare nelle decisioni aziendali il rispetto dell’ambiente, la responsabilità sociale e la buona governance. È un cambio di paradigma che supera l’obiettivo del solo profitto e abbraccia la creazione di valore condiviso.
L’acronimo ESG: un nuovo standard globale
Per misurare e comunicare il livello di sostenibilità di un’azienda si usa sempre più spesso l’acronimo ESG, che sta per:
- E (Environmental): come l’impresa impatta sull’ambiente. Include l’uso di energia, la gestione dei rifiuti, le emissioni di CO₂, la tutela delle risorse naturali.
- S (Social): come l’impresa si relaziona con i lavoratori, i fornitori, le comunità locali. Include la diversità e l’inclusione, i diritti dei lavoratori, la sicurezza sul lavoro, l’impatto sociale.
- G (Governance): come l’azienda è gestita. Include trasparenza, etica aziendale, partecipazione alle decisioni, anticorruzione.
I criteri ESG sono oggi fondamentali per valutare le performance non finanziarie delle aziende. Investitori istituzionali, fondi etici e agenzie di rating li usano per orientare scelte di investimento responsabili.
Un’opportunità per innovare (e non solo per essere a norma)
Molte imprese hanno ormai compreso che abbracciare la sostenibilità non significa solo adeguarsi a normative più stringenti, ma innovare prodotti, processi e modelli di business. In Italia, ad esempio, cresce il numero delle Società Benefit, che affiancano agli obiettivi economici finalità di impatto positivo su società e ambiente, e si impegnano a rendicontare questi risultati.
Esempi virtuosi arrivano da settori molto diversi: moda circolare, agricoltura rigenerativa, edilizia green, tecnologia pulita, energia rinnovabile. Ma anche da PMI e artigiani che riscoprono modelli locali, filiere corte e produzioni consapevoli.
“Un’impresa sostenibile non è solo quella che ‘fa meno male’, ma quella che cerca attivamente di ‘fare del bene’.”
– John Elkington, ideatore del concetto di triple bottom line
Il triple bottom line
Nel 1994 l’esperto di responsabilità d’impresa John Elkington propose il concetto di Triple Bottom Line, secondo cui le aziende dovrebbero rendicontare non solo i risultati economici (Profit), ma anche quelli ambientali (Planet) e sociali (People). Un approccio che oggi è alla base di molte pratiche ESG e report di sostenibilità.
6 passi per iniziare un percorso di sostenibilità aziendale
Per molte imprese, la sostenibilità può sembrare un orizzonte lontano o un obiettivo complesso. In realtà, ogni azienda – grande o piccola – può iniziare un percorso concreto, a partire da questi passaggi:
1. Analizza il tuo impatto
Mappa le attività aziendali e identifica gli impatti principali in termini ambientali, sociali ed economici. Dove puoi migliorare? Dove stai già facendo bene?
2. Definisci obiettivi chiari e misurabili
Stabilisci obiettivi realistici ma ambiziosi. Ad esempio: ridurre del 20% le emissioni entro tre anni, passare al packaging compostabile, migliorare il benessere dei dipendenti.
3. Coinvolgi dipendenti e stakeholder
La sostenibilità si costruisce insieme: crea una cultura aziendale condivisa, forma il personale e ascolta clienti, fornitori e comunità locali.
4. Integra la sostenibilità nella strategia
Non deve essere un “progetto a parte”, ma parte integrante del core business. Allinea sostenibilità e innovazione per creare valore durevole.
5. Monitora e comunica i risultati
Racconta in modo trasparente i progressi – anche quelli parziali. I report di sostenibilità e le certificazioni (come B Corp, ISO 14001, SA8000) rafforzano la credibilità.
6. Migliora continuamente
La sostenibilità è un percorso in divenire. Rivedi obiettivi e strategie, aggiorna le pratiche, impara da chi fa meglio. La transizione è continua, mai statica.
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