CONSIGLI NON RICHIESTI/ Le indicazioni dei consulenti del lavoro per far crescere l’occupazione

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Sono iniziate, come di consueto, le audizioni davanti alle Commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera in merito al Documento di finanza pubblica (Dfp) 2025. Potremmo dire, quindi, che l’Esecutivo Meloni è, in questo momento, in una fase di dialogo e ascolto con le parti sociali o comunque con tutti i legittimi, a vario titolo, portatori di interesse.



Con specifico riferimento al tema dell’occupazione sono senz’altro da guardare con attenzione alcuni degli stimoli e/o proposte che il Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro ha portato nel dibattito.

Sul versante delle misure occupazionali, si ritiene, ad esempio, indispensabile privilegiare gli incentivi contributivi immediatamente fruibili dalle imprese, in alternativa alle agevolazioni fiscali differite, considerate meno efficaci nel promuovere nuove assunzioni. Ci si auspica poi di superare l’attuale rigidità salariale, ancorata al “mero” calcolo orario, a favore di modelli retributivi che valorizzino maggiormente  merito e produttività. Ciò nell’ottica di rafforzare il potere d’acquisto delle retribuzioni dei lavoratori che sono, ormai da troppi anni, stagnanti.



Per stimolare, poi, la competitività del sistema produttivo, incentivare gli investimenti e favorire una crescita economica sostenibile, si ritiene sia necessario “continuare a ridurre la pressione fiscale” diminuendo progressivamente il cuneo fiscale sul lavoro e utilizzando le risorse risparmiate da questa misura per investire sulla formazione e riqualificazione dei dipendenti, in risposta alle competenze “green e digitali” sempre più richieste dal mercato, specialmente da quando non potremo più beneficiare delle risorse (ingenti) del Pnrr.

Una riqualificazione del lavoratore che dovrebbe essere, in questa prospettiva, incentivata in modo da renderla vantaggiosa anche per l’impresa presso il quale si lavora o che è in cerca di professionalità da inserire.



Un punto di vista quello dei consulenti particolarmente interessante per due aspetti: uno tecnico e l’altro più squisitamente politico essendo il Ministro Calderone l’ex Presidente dell’ordine e, probabilmente, particolarmente sensibile alle questioni messe sul tavolo dagli ex “colleghi”.

Gli incentivi, tuttavia, è bene ricordare da soli non creano, come i decreti, i posti di lavoro, ma possono solo facilitare eventuali assunzioni.

Quello che sembra, probabilmente, oggi necessario è capire le scelte strategiche che il nostro Paese, e l’Europa, vogliono compiere per dotarsi di un piano industriale che guardi al mondo del 2050. Senza questo, infatti, anche la formazione rischia di non intercettare i fabbisogni chiave e strategici per questa nuova fase economica che sembra delinearsi meno “green”, ma piuttosto legata alle guerre, fortunatamente in molti casi solamente “a livello commerciale”, in corso.

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