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Le aziende avranno più tempo per rispettare le norme Ue riguardo ai bilanci di sostenibilità ambientale.
Sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue serie L del 16 aprile, infatti, è stata pubblicata la direttiva 2025/794 (da recepire entro il 31 dicembre 2025), che posticipa le date a decorrere dalle quali si applicano alcuni obblighi previsti da due direttive strettamente connesse:
- CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive 2022/2464) sulla rendicontazione societaria di sostenibilità;
- CSDD (Corporate Sustainability Due Diligence 2024/1760) sul dovere di diligenza per sostenere le pratiche commerciali responsabili, ad esempio contro il lavoro forzato e la violazione dei diritti umani nelle catene di fornitura.
Le direttive CSRD/CSDD sono entrate nel pacchetto Omnibus presentato il 26 febbraio dalla Commissione europea per alleviare gli oneri burocratici a carico delle imprese.
Come abbiamo scritto, le proposte di semplificazione puntano a esonerare le aziende più piccole dagli obblighi delle due direttive, che si focalizzano ora sulle aziende di maggiori dimensioni che presumibilmente hanno impatti più rilevanti sull’ambiente e sulla società.
Questo però rischia di indebolire complessivamente il Green Deal con una eccessiva deregulation del settore (si veda Il passo indietro di Bruxelles sugli obblighi ambientali delle aziende).
Le novità per la rendicontazione di sostenibilità
Per quanto riguarda la CSRD, nella direttiva pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 16 aprile si legge che (neretti nostri):
“In considerazione delle iniziative in corso della Commissione volte a semplificare taluni obblighi vigenti in materia di rendicontazione di sostenibilità e a ridurre i relativi oneri amministrativi per le imprese [il citato pacchetto Omnibus], e al fine di fornire chiarezza giuridica ed evitare che gli emittenti attualmente tenuti a comunicare informazioni per gli esercizi aventi inizio il 1° gennaio 2025 o in data successiva e il 1° gennaio 2026 o in data successiva debbano sostenere costi inutili ed evitabili, è opportuno rinviare di due anni gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità per tali emittenti”.
Sono coinvolte in particolare le grandi aziende sotto 500 dipendenti e le Pmi, che secondo la versione attuale della CSRD sono tenute a comunicare, rispettivamente, nel 2026 le informazioni per gli esercizi finanziari che iniziano il 1° gennaio 2025 o in data successiva e nel 2027 le informazioni per gli esercizi che iniziano il 1° gennaio 2026.
Come detto, gli obblighi di rendicontazione sono rinviati e adesso riguardano gli esercizi finanziari aventi inizio il 1° gennaio 2027 (grandi imprese) e quelli aventi inizio il 1° gennaio 2028 (Pmi).
Le novità per la due diligence
Per quanto concerne invece le norme sulla due diligence, la Commissione Ue tra le altre cose ha stabilito di:
- prorogare di un anno il termine di recepimento della direttiva CSDD, al 26 luglio 2027;
- rinviare di un anno, al 26 luglio 2028, l’applicazione delle disposizioni della CSDD alle società che hanno avuto più di 3mila dipendenti in media e hanno generato un fatturato netto a livello mondiale superiore a 900 milioni di euro.
Le nuove misure, si spiega, intendono dare più tempo alle imprese “per prepararsi all’adempimento degli obblighi di tale direttiva e di dar loro la possibilità di tenere conto degli orientamenti che la Commissione deve emanare sulle modalità pratiche di adempimento degli obblighi relativi al dovere di diligenza”.
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