Effettua la tua ricerca
More results...
Il testo con le prescrizioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze sull’acquisizione di Banco Bpm da parte di Unicredit, tra le imposizioni spunta l’altolà sui Btp di Anima
Quattro punti messi nero su bianco a cui Unicredit dovrà attenersi per portare a casa l’acquisizione di Banco Bpm. Il dispositivo consegnato da Palazzo Chigi ai dirigenti di Piazza Gae Aulenti è un documento di 12 pagine che porta la firma del presidente del Consiglio dei ministri e del ministero dell’Economia. Il provvedimento riscontra dei cambiamenti rispetto alle proposte iniziali avanzate dal Tesoro, in particolare per quanto riguarda le attività in Russia.
Il dispositivo
Nel plico spedito all’indirizzo di Piazza Gae Aulenti si chiede innanzitutto di «non ridurre per un periodo di cinque anni il rapporto impieghi-depositi praticato da Banco Bpm e Unicredit in Italia, con l’obiettivo di incrementare gli impieghi verso famiglie e Pmi nazionali». In secondo luogo di «non ridurre il livello del portafoglio attuale di project finance di Banco Bpm e Unicredit in Italia con l’obiettivo di incrementare gli impieghi verso famiglie e Pmi nazionali». Dal confronto tra le due banche emerge che i depositi e i conti correnti del Banco nel 2024 sono stati pari a 102,2 miliardi, contro i 183,9 miliardi di Unicredit in Italia. Tra le considerazioni che portano alle conclusioni finali del documento c’è che «Unicredit applica in Italia un rapporto depositi/impieghi sensibilmente più basso di quello praticato da Banco Bpm; l’ammontare degli impieghi destinati da Unicredit al mercato italiano si è sensibilmente ridotto negli ultimi cinque anni». E infine Unicredit «concentrerebbe il proprio supporto creditizio sulle grandi imprese».
Le prescrizioni su Anima
Un punto inaspettato riguarda Anima, rilevata con un’opa dall’ex popolare: a Unicredit si prescrive «per un periodo di almeno cinque anni non ridurre il peso attuale degli investimenti di Anima Holding in titoli di emittenti italiani e supportare lo sviluppo della società». Oggi l’asset management ha in gestione circa 90 miliardi di Btp Italia, circa 60 su un mandato di Poste Italiane e circa 25 nei fondi comuni.
Le richieste sulla Russia
L’ultima imposizione obbliga a «cessare tutte le attività in Russia (raccolta, impieghi, collocamento fondi prestiti transfrontalieri) entro nove mesi dalla data del presente provvedimento», ovvero entro il 18 gennaio 2026. Il Consiglio dei ministri, nella versione finale del dispositivo, ha accolto alcune mitigazioni rispetto alle proposte iniziali del Mef. Il ministero aveva prescritto a Unicredit di «cessare tutte le attività in Russia (raccolta, impieghi, collocamento fondi prestiti transfrontalieri) entro la data di acquisizione del controllo di Banco Bpm», vale a dire al termine dell’Ops, cioè alla fine di giugno. In pratica, il Mef chiedeva uno smobilizzo immediato.
Le tracce di interlocuzione tra Unicredit e il governo
Sul fronte del mantenimento del portafoglio di project finance in Italia sia per Bpm che per l’intera Unicredit, alla fine «Unicredit ha accettato l’impegno solo per il Banco», segno che una interlocuzione tra Unicredit e il governo c’è stata su alcuni capitoli. In calce ai punti scritti c’è una richiesta a Unicredit. Nel caso non sia possibile rispettare una o più delle prescrizioni si ordina di «inviare immediata informativa all’amministrazione competente del monitoraggio».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link