“Sicuro di vincere, pronto al secondo mandato e nelle Marche c’è futuro per i giovani”

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Francesco Acquaroli si dice “sicuro di vincere” e punta dritto al secondo mandato alla guida delle Marche. Il presidente uscente, esponente di Fratelli d’Italia, ribadisce il proprio impegno per una regione che, a suo dire, ha già imboccato la strada della rinascita: “Questa non è una regione devastata. Scommettiamo sui giovani, sulle imprese, sulla formazione e sui borghi”.

In un’intervista all’ANSA, Acquaroli difende il lavoro della sua giunta e rilancia sulle misure per rendere le Marche più attrattive per investitori e nuove generazioni: “Abbiamo grandi e medie imprese che cercano professionalità elevate. Per questo investiamo sulla formazione e sull’ecosistema: infrastrutture, servizi, distretti produttivi e dialogo tra pubblico e privato. E siamo primi in Italia nell’utilizzo del Fondo sociale europeo, che abbiamo rafforzato con risorse regionali”.

Il presidente rivendica anche i risultati in sanità, pur riconoscendo criticità ancora aperte: “Sulle liste d’attesa abbiamo fatto passi avanti, ma la domanda è ancora molto alta. Abbiamo perso 230 medici in cinque anni, ma stiamo riorganizzando tutto il sistema con la riforma e le cinque nuove aziende sanitarie. Sui LEA siamo benchmark nazionale”. E ammette: “Anch’io sono in lista d’attesa per un problema di asma. L’appuntamento me l’hanno dato tra quattro mesi e mezzo. Aspetto il mio turno”.

Rispetto al Dpcm Schillaci sulle liste d’attesa, che ha fatto discutere tra le Regioni, Acquaroli si distingue: “Giusto che il governo intervenga dove le Regioni non riescono. Non è una novità: lo Stato ha già strumenti come il commissariamento”.

Autocritico su una sola scelta del suo mandato: l’organizzazione dell’Atim, l’Agenzia per il turismo. “Non averle dato un Consiglio di amministrazione è stato un errore. Non volevo politicizzarla, ma oggi capisco che un CdA avrebbe garantito un migliore equilibrio gestionale. Non mi sento responsabile degli errori perché non c’era un presidente del CdA da nominare. Ma l’agenzia ha comunque ottenuto risultati importanti su export e turismo”.

Acquaroli guarda avanti, con un’idea chiara anche sul limite ai mandati: “Due legislature sono giuste, oltre si rischia di identificare il buongoverno con la persona e non con la squadra. Se saremo confermati, faremo una giunta ancora più forte. E vogliamo allargarci a tutti i mondi che condividono il nostro progetto, al di là delle sigle elettorali”.

Sul passato industriale della regione non risparmia critiche: “Paghiamo ancora lo shock del fallimento di Banca Marche e le scelte sbagliate che hanno portato alla crisi dell’Indesit. La nostra regione ha subito una transizione industriale durissima, ma oggi ci sono 4,5 miliardi di cantieri aperti e bandi per il rilancio delle aree interne. Le Marche sono vive e pronte a ripartire”.



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