Martinelli (AcomeA): “I dazi generano volatilità nei mercati, ma bisogna rimanere lucidi; con l’acquisizione di GAM Italia saliamo a €1,8 mln di asset”

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Giordano Martinelli, amministratore delegato di AcomeA SGR, è stato intervistato da Il Giornale D’Italia.

Secondo lei Trump sta bluffando? Prima inserisce i dazi, poi li sospende per 90 giorni, cosa ne pensa?

“Credo che queste manovre abbiano risvolti più politici e geopolitici, anche se nel breve termine abbiamo visto effetti immediati e contrastanti sui mercati. Troppo spesso ci facciamo coinvolgere emotivamente da queste decisioni, ma credo che, qualunque esse siano, non abbiano la forza di determinare in modo strutturale le sorti delle aziende o degli investimenti nel lungo periodo. Si tratta di situazioni contingenti, che il mercato impara progressivamente a gestire e a metabolizzare. Pertanto chi si occupa di investimenti o deve prendere decisioni sui propri risparmi dovrebbe mantenere un atteggiamento razionale e distaccato. In mezzo alla volatilità può esserci anche qualche opportunità da cogliere, ma serve lucidità per non farsi condizionare da dinamiche che, per loro natura, sono temporanee.”

Questa situazione di incertezza, di saliscendi nei mercati quanto può durare?

“Quando studi finanza, già al primo anno di università ti insegnano la differenza tra rischio e incertezza: il rischio è qualcosa di almeno parzialmente misurabile, l’incertezza no. Un esempio classico per spiegare questo concetto è una decisione presa da una singola persona. E infatti, l’ultima cosa che dovrebbe fare chi intende investire è basarsi su un annuncio o su una dichiarazione di qualcuno che ha un’evidente influenza sul mercato, perché in quel caso si finisce per dipendere dal verbo di un singolo individuo. E dipendere dal verbo di qualcuno significa esporre i mercati all’incertezza. Per fortuna, spesso domina più il rischio che l’incertezza, perché ci sono dei personaggi o delle situazioni che possono influenzare l’andamento dei mercati nel breve periodo, ma credo che nel medio-lungo termine siano la determinazione degli imprenditori, la solidità delle aziende e i principali driver di mercato a prevalere.”

I cali sono strutturali dopo 15 anni di crescita o lo storno è strutturale e preludio di una possibile recessione?

“Io a questo credo poco. L’economia non è quasi mai un leading indicator affidabile per prevedere l’andamento dei mercati, quindi difficilmente la considero come una stella polare per capire dove stanno andando. Anzi, a volte è vero il contrario. Quello che posso dire è che, in contesti come questi, quando si verificano ribassi molto repentini e marcati seguiti da rimbalzi altrettanto forti, significa che all’interno del mercato c’erano delle fragilità. Se il mercato fosse stato più solido, anche di fronte allo stesso tipo di annuncio, la reazione non sarebbe stata così violenta. L’evento è stato solo l’innesco di qualcosa che era già presente ma latente. Negli ultimi anni i mercati hanno mostrato una forte dicotomia: si sono polarizzati su poche aziende e pochi titoli che hanno performato molto bene, mentre una parte consistente del mercato è rimasta sottovalutata. Questo squilibrio è emerso chiaramente in questi giorni. È possibile che una reazione così accentuata sia anche conseguenza di un’eccessiva concentrazione, legata a diversi fattori, tra cui il ruolo sempre più dominante degli ETF. Questi strumenti, infatti, tendono a rafforzare proprio i titoli che già vanno bene: nella gestione passiva, se un titolo cresce, aumenta il suo peso, il suo valore, e quindi cresce anche l’investimento su di esso, alimentando un circolo vizioso. In realtà, anche negli investimenti cosiddetti passivi, non c’è nulla di veramente passivo: c’è una scelta implicita molto forte di premiare ciò che ha già performato. Per questo, episodi come questi possono anche servire a riportare equilibrio e a rompere certi meccanismi che si sono consolidati nei mercato. Io credo che questo possa tranquillamente accadere.”

Come dovrebbe reagire chi ha già investito?

“La parola d’ordine è stare tranquilli e, piuttosto, cercare di non fare nulla, evitando di agire spinti dall’emotività, dalla fretta, dalla paura o dall’euforia. In questo caso prevale la paura, ma cambia poco: è comunque meglio restare fermi. Bisogna mantenere la necessaria freddezza e non lasciarsi condizionare dal momento contingente. Quando si investe, non lo si fa con un orizzonte di un giorno, una settimana, un mese o nemmeno di un anno. Soprattutto se parliamo di mercati azionari, come in questo caso, è fondamentale ragionare su una prospettiva di lungo periodo. Non credo che il fenomeno che stiamo vivendo oggi possa incidere in modo significativo sulla performance dei prossimi dieci anni. Anzi, può incidere positivamente se viene sfruttato a proprio favore: se si compra durante un calo del mercato, magari con quotazioni a -20, è probabile che tra dieci anni quei soldi abbiano generato un rendimento importante.”

Quali allocazioni sarebbe bene prediligere tra azionario, obbligazioni, obbligazionario e titoli del Tesoro? E soprattutto su quali geografie e con quali valute?

“Per rispondere a questa domanda, la prima cosa da fare è chiedersi qual è la destinazione d’uso dei propri soldi. L’errore più grande sarebbe investire semplicemente guardando ai mercati. A meno di non appartenere a quella piccola parte di persone che fanno trading professionale o lavorano in strutture specializzate, per la maggior parte degli investitori la domanda giusta è: ‘a cosa mi servono questi soldi?’ Una volta definita la destinazione d’uso, l’allocazione deve essere costruita di conseguenza, indipendentemente da dove si trovano i mercati in quel momento. È molto più importante pianificare bene il proprio denaro, allocarlo in ‘mucchietti’ diversi, così da poter sfruttare a proprio favore la volatilità e il rischio o, come l’hai definita prima, l’incertezza a proprio favore. Questo lo si può fare quando si è liberi da vincoli e allora le oscillazioni di mercato le posso giocare a mio favore.”

Quali settori e quali titoli potrebbero essere favoriti da questa situazione?

“Ancora una volta, bisogna considerare che ci sono sempre delle dinamiche che si ripetono. Quello che dico è che le discese, per così dire, per simpatia, sono sempre influenzate da eventi che accadono: in questo caso i dazi, la volta scorsa è stato il Covid, un’altra volta sono stati i tassi d’interesse, un’altra volta ancora potrebbe essere l’intelligenza artificiale e così via. Come dicevo prima, il mercato si annebbia, si concentra sul contingente e si focalizza sull’evento del momento, senza guardare oltre il punto vero del problema. Perché la notizia spesso ci annebbia la vista. In questi giorni, ad esempio, si parla di miliardi bruciati in un solo giorno, cifre che servono solo a fare titoli sensazionalistici sui media, ma che in realtà non hanno alcun significato concreto. Tuttavia, queste notizie creano paura, se ci lasciamo sopraffare da questa visione, tutte le valutazioni che faremo in seguito saranno influenzate dal negativismo che circola. Perciò, è fondamentale cercare di distaccarsi da questo e reagire in modo razionale.”

Ci parla della società AcomeA?

In AcomeA operiamo nei mercati finanziari e gestiamo una SGR da molti anni. La nostra storia ha radici in un successo precedente: abbiamo fondato Anima negli anni ’90, dalla quale siamo usciti nel 2008-2009, quando la Popolare di Milano ci ha acquisito tramite un’operazione di ‘take over’. Successivamente, abbiamo ricomprato una piccola società della Fondiaria, SAI Asset Management, che abbiamo rinominato. Devo ammettere che abbiamo avuto qualche difficoltà nel trovare un nuovo nome, poiché ‘Anima’ ci piaceva molto, ma dato che è stato mantenuto da chi ci ha acquisito, abbiamo dovuto cambiarlo. Nonostante tutto, siamo soddisfatti della scelta, anche per il significato intrinseco che ha il nome AcomeA. Da lì, siamo ripartiti.

Oggi ci occupiamo di gestioni tramite fondi e gestioni patrimoniali, realizzando una serie di attività tradizionali nel nostro settore, ma con un costante impegno nell’innovazione. Infatti, abbiamo dedicato una parte significativa del nostro lavoro al mondo digitale. Abbiamo sviluppato un’applicazione chiamata Gimme5, che consente di investire partendo da soli 5€. In realtà, oggi siamo arrivati anche a 1€, quindi è possibile fare un investimento anche con solo 1€, utilizzando una carta di credito, Satispay o altri sistemi di pagamento. Ogni giorno, diamo 1€ di quota ai nostri sottoscrittori che desiderano investire, e tutto il processo è completamente digitale, senza alcun intervento manuale. Fino ad ora, siamo riusciti a raccogliere circa 100 milioni di euro, e speriamo di poter continuare su questa strada.

Come accennato prima, cerchiamo sempre di essere innovativi. Pur essendo una società piccola con un approccio di nicchia, vogliamo fare cose non comuni. Il nostro obiettivo è trovare sempre un punto di vista diverso, perché alla fine questo è ciò che deve distinguerci. Esistono molte società con dimensioni molto più grandi, venti, trenta volte la nostra, e se ci mettessimo a fare gli stessi prodotti di queste grandi realtà, non vedo perché qualcuno dovrebbe scegliere i nostri. Per questo, cerchiamo di creare soluzioni particolari, con una forte ragione d’essere. Recentemente, abbiamo acquisito una piccola SGR italiana, GAM Italia SGR, che incorporeremo in AcomeA, e nella quale abbiamo trovato prodotti vantaggiosi per portare avanti il nostro approccio al mercato, cercando sempre di offrire servizi unici ai nostri clienti.”





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