Rientro di cervelli dall’estero, un bando per riportare in Italia i giovani ricercatori (ora che Trump taglia fondi alle università)

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Al via le domande per il rientro dei ricercatori: piano da 50 milioni con fondi Pnrr. Le esenzioni fiscali al 90% sui redditi per chi rientra

Al via le domande per partecipare al bando destinato a ricercatori che operano in università o enti di ricerca esteri e interessati a tornare, o a trasferirsi, nel nostro Paese. Dalle 12 di martedì 15 aprile è attiva la piattaforma online per inviare le proposte progettuali per partecipare all’avviso dedicato ai giovani ricercatori che hanno ottenuto uno Starting Grant o un Consolidator Grant ERC e che attualmente lavorano all’estero. L’iniziativa è rivolta a chi opera in università o centri di ricerca fuori dall’Italia e vuole trasferirsi, o rientrare, nel nostro Paese per sviluppare il proprio progetto. Il bando è finanziato con 50 milioni di euro.

Una misura del Pnrr

Lo stanziamento rientra tra le misure previste dal Piano lanciato dal ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, per potenziare l’attrattività del sistema accademico e della ricerca italiano. «Abbiamo preso la strada che porterà a un’inversione di tendenza: sarà sempre più attrattivo fare ricerca in Italia – spiega Anna Maria Bernini-. Con questo Piano finanzieremo il rientro o l’arrivo di tanti ricercatori, alcuni rientreranno nel nostro Paese ma dopo aver fatto importanti esperienze all’estero, altri vi arriveranno per la prima volta. È il modo più virtuoso per fare un salto di qualità, unire esperienza, talento e innovazione».




















































Le risorse previste

Il fondo da 50 milioni prevede, per ogni proposta progettuale, un contributo «massimo di un milione di euro» e una durata «non oltre i 36 mesi». Una «quota pari al 40%» dello stanziamento complessivo sarà destinata specificamente ai progetti nelle regioni del Mezzogiorno. Il fondo è finanziato tramite il PNRR.

Il bando è riservato solo ai vincitori di due bandi

Il bando è riservato a vincitori dei bandi ERC Starting Grants o ERC Consolidator Grants, i programmi finanziati dall’European Research Council, destinati a ricercatori di eccellenza di ogni età e nazionalità che intendono svolgere attività di ricerca di frontiera negli Stati membri dell’UE o nei Paesi associati.

Progetti in lingua inglese

I progetti devono essere presentati in lingua inglese tramite la piattaforma on line dedicata (https://www.gea.mur.gov.it). La finestra temporale per la ricezione delle «domande a sportello« resterà aperta fino ad esaurimento delle risorse messe a disposizione e comunque non oltre le ore 12 del 4 giugno 2025.

Le altre risorse

Lo stanziamento di 50 milioni va ad aggiungersi ai «cinque milioni» recentemente destinati ai progetti di cooperazione internazionale e ai «20,3 milioni« per il supporto alla ricerca fondamentale nelle università e nei centri di ricerca. Nei mesi prossimi sono previsti ulteriori stanziamenti tramite risorse in bilancio. Chi la spunterà potrà usufruire anche della tassazione agevolata destinata al rientro dei cervelli. (qui chi paga meno tasse).

Le agevolazioni per chi rientra dall’estero

Possono accedere all’agevolazione fiscale i contribuenti che sono in possesso di un titolo di studio universitario o equiparato e «siano stati non occasionalmente residenti all’estero». Soprattutto «abbiano svolto documentata attività di ricerca o docenza all’estero presso centri di ricerca pubblici o privati o università per almeno 2 anni continuativi». Il beneficio fiscale «per docenti e ricercatori consiste in un abbattimento della tassazione del 90 per cento per 6 anni», a condizione che «il contribuente rimanga residente in Italia». L’agevolazione sale a 8 anni nel caso in cui i cui i docenti o ricercatori abbiano un figlio minorenne o a carico (qui come funziona il meccanismo degli incentivi). 

19 aprile 2025 ( modifica il 19 aprile 2025 | 15:54)



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