«Meloni si è solo allineata, per questo Trump la elogia. E il conto lo paghiamo noi»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
Abruzzo
Agevolazioni
Agrigento
Alessandria
Ancona
Aosta
Arezzo
Ascoli-Piceno
Aste L'Aquila
Asti
Avellino
Bari
Barletta-Andria-Trani
Basilicata
Belluno
Benevento
Bergamo
Biella
Bologna
Bolzano
Brescia
Brindisi
Cagliari
Calabria
Caltanissetta
Campania
Campobasso
Carbonia Iglesias
Caserta
Catania
Catanzaro
Chieti
Como
Cremona
Crotone
Cuneo
Emilia-Romagna
Enna
Ferrara
Firenze
Foggia
Forli-Cesena
Friuli-Venezia Giulia
frosinone
Genova
Gorizia
Grosseto
Imperia
Isernia
Italia
La-Spezia
Latina
Lazio
Lecce
Lecco
Liguria
Livorno
Lodi
Lombardia
Lucca
Macerata
Mantova
Marche
Massa-Carrara
Matera
Messina
Milano
Modena
Molise
Monza-Brianza
Napoli
Novara
Nuoro
Olbia Tempio
Oristano
Padova
Palermo
Parma
Pavia
Perugia
Pesaro-Urbino
Pescara
Piacenza
Piemonte
Pisa
Pistoia
Pordenone
Potenza
Prato
Puglia
Ragusa
Ravenna
Reggio-Calabria
Reggio-Emilia
Rieti
Rimini
Roma
Rovigo
Salerno
Sardegna
Sassari
Savona
Sicilia
Siena
Siracusa
Sondrio
Sud sardegna
Taranto
Teramo
Terni
Torino
Toscana
Trapani
Trentino-Alto Adige
Trento
Treviso
Trieste
Udine
Umbria
Valle d'Aosta
Varese
Veneto
Venezia
Verbania
Vercelli
Verona
Vibo-Valentia
Vicenza
Viterbo


Il deputato dem: «Compreremo gas e armi americani, porte aperte a Big Tech». «L’Occidente che vogliono “fare grande” è quello che nega i valori dell’Occidente»

Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd, per Donald Trump Giorgia Meloni è «fantastica». Qual è il bilancio della visita al presidente Usa e dell’incontro romano con il suo vice J.D. Vance?

La vera domanda è: quanto costeranno all’Italia i complimenti di Trump a Meloni? Cosa ci ha guadagnato Meloni è chiaro. Ma l’Italia non sembra aver fatto un grande affare. Di certo c’è che compreremo gas americano, che è più costoso del gas che oggi compriamo. Questo si ripercuoterà sulle tasche degli italiani. L’altro impegno emerso sono 10 miliardi di investimento delle imprese italiane negli Usa: spero che non siano delocalizzazioni. È stato annunciato un aumento delle spese militari, che per ora significa comprare americano: è quello che vuole Trump. Ed è avvenuto nel giorno in cui il ministro Giancarlo Giorgetti diceva, presentando il Def, che non ci sono soldi per le imprese, le famiglie e i lavoratori, e ha dichiarato che le richieste del ministro Guido Crosetto sono inguardabili.

L’aumento del 2 per cento era previsto, ed è il minimo sindacale rispetto a quello che chiede la Nato, o Trump.

Si sta parlando di un’accelerazione di un obiettivo che era fissato in tempi che lo rendevano compatibile con le priorità sociali e di sviluppo che ha il nostro paese.

Che cosa racconta lo scontro Crosetto-Giorgetti?

È l’ennesima prova di un governo che non riesce ad andare avanti, perché ha negoziato un Patto di stabilità che non gli dà margini. L’appoggio al ReArm Eu li mette di fronte alla scelta fra spese militari e priorità sociali, come la sanità. Per noi l’unica via è quella di investimenti comuni finanziati con debito europeo. Serve un Next generation per l’autonomia strategica, non solo sulla difesa comune ma su tutti i settori minacciati dall’offensiva di Trump. Che ha confermato la strategia dei dazi che, ha detto, «arricchirà» gli Usa. In pratica chiede all’Europa di pagare un prezzo per la sua svolta protezionista. Trump ha già prodotto grandi danni economici, ci sono le merci ferme nei porti, la caduta delle commesse, la crisi di fiducia che ricade sui consumi. La strategia della premier sono foto, sorrisi e calmanti. Ma le imprese e i lavoratori cosa se ne fanno? Serve un sostegno immediato, come ha fatto la Spagna e come ha proposto la nostra segretaria. Invece Meloni si è limitata al gioco delle tre carte: ha annunciato risorse che c’erano già, nei Fondi europei e nel Pnrr.

Meloni ha costretto Trump a un mezzo ripensamento sull’Ucraina.

Per la verità, lei ha confermato la posizione dell’Italia, ma non poteva fare altro se non smentendo la verità di questi anni e sé stessa. Trump ha ribadito la sua totale indifferenza fra l’aggredito e l’aggressore, e dunque per una pace giusta. Colpisce piuttosto il totale silenzio sull’apocalisse di Gaza. Ma come si fa, oggi, di fronte al presidente degli Usa, a non parlare del conflitto che sta sconvolgendo il Mediterraneo e sta disegnando nuovi equilibri che rischiano di abbattersi anche su di noi? Trump ha offerto piena copertura politica a Benjamin Netanyahu, e il silenzio di Meloni non è degno della tradizione diplomatica del nostro paese. La verità è che le scene della Casa Bianca dimostrano il totale allineamento politico e ideologico di Meloni a Trump.

La premier ha portato a casa un incontro fra Usa e Ue.

In realtà anche su questo siamo al “si vedrà”. Che gli Usa debbano incontrare l’Ue, a un certo punto del negoziato in corso, è naturale. Ma il disprezzo nei confronti delle istituzioni europee fin qui manifestato resta e riguarda tutti. La verità è che se si vuole evitare la guerra commerciale l’Europa dev’essere pronta a reagire. Deve farlo con la forza dell’unità e l’intelligenza di alcune scelte. Aprirsi a nuovi mercati, a cominciare dal Mercosur. Fare investimenti e rilanciare la domanda alzando i salari. E indirizzando le contromisure verso gli Usa colpendo le Big Tech, dove si concentra il potere americano e la cui pervasività in Europa è sempre più preoccupante. Ma nella nota congiunta con la Casa Bianca, Meloni dice invece che, anzi, bisogna spalancargli le porte. Un altro regalo a Trump, e a Musk, che non è nell’interesse dell’Italia e dell’Europa.

Ieri l’incontro a Roma con J.D. Vance. La premier è tornata di corsa dagli Usa: perché non voleva che il vicepresidente Usa incontrasse Antonio Tajani e Matteo Salvini da solo?

L’unico vero risultato politico di questi due giorni è tutto interno alla maggioranza, dove la premier ha riaffermato di essere l’interlocutrice unica dell’amministrazione Usa. C’era una gara tra Meloni e Salvini a chi era più trumpiano. L’ha vinta lei. Ma a perdere potrebbe essere l’Italia.

Che significa “Make west great again”?

È l’aspetto più preoccupante del messaggio di Meloni. Quello che ha fatto grande l’Occidente nella storia è aver costruito un ordine internazionale basato sulle regole, sulle istituzioni multilaterali, sul rispetto dei diritti dei popoli e dei diritti umani, pur tra contraddizioni e limiti. Quale Occidente Meloni vuole rendere «grande» con Trump? Quello che minaccia l’integrità territoriale dei paesi, che disprezza il diritto internazionale e apre un contenzioso con l’Onu e con la Corte penale internazionale, che offre copertura alla sistematica violazione del diritto internazionale e della dignità umana a Gaza, quello che vuole negare il diritto d’asilo, che rischia di negare la libertà di stampa e della ricerca nelle università? L’Occidente che Meloni e Trump vogliono è quello che ci fa perdere credibilità agli occhi del mondo. È il rischio che l’Europa deve evitare, esercitando fino in fondo la sua autonomia strategica. L’Europa deve restare fedele ai suoi principi fondativi che la destra estrema detesta: multilateralismo, democrazia, diritti. Anzi, dev’essere molto più coerente, se vuole svolgere un ruolo nel mondo.

© Riproduzione riservata



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link