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Qualche numero può aiutarci a capire la questione dei regali, o presunti regali, che Giorgia Meloni avrebbe portato a Donald Trump per ingraziarsi lui in occasione del suo summit alla Casa Bianca. Intanto i 10 miliardi di investimenti aggiuntivi delle imprese italiane negli Stati Uniti è una bella cifra. È una cifra tonda. Una di quelle notizie che piacciono indubbiamente a Trump.
Anche perché Trump non è uomo da addentrarsi nei dettagli delle statistiche degli investimenti esteri diretti negli Stati Uniti. Se lo facesse, scoprirebbe che 10 miliardi di investimenti aggiuntivi delle imprese italiane in America sono una bella cifra, ma in realtà sono pochissimi rispetto a quanto altri paesi investono normalmente negli Stati Uniti, per esempio la Germania. Le imprese tedesche in un anno normale in un anno qualsiasi, aumentano i loro investimenti negli Stati Uniti al ritmo di 60 miliardi all’anno.
Il Paese più importante più di tutti è però il Giappone che investe delle cifre monumentali: le imprese giapponesi, la Toyota, la Nissan, la Honda per esempio sono delle generosissima investitrici in America, anche perché quella strategia loro la adottarono fin dagli anni 80 per rispondere a un’altra guerra protezionistica quella lanciata da Ronald Reagan.
Quindi Giorgia Meloni ha fatto bella figura a poco prezzo diciamoci la verità.
In quanto al 2% di spese per la difesa, questo è un impegno che l’Italia aveva preso con Barack Obama nel 2012 solennemente insieme con tutti gli altri Paesi europei membri della Nato. Il 2% quindi non è un regalo fatto a Trump anzi semmai vi anticipo che quando si riunirà a Bruxelles il prossimo vertice della Nato a giugno in presenza di Trump il dibattito verterà sul 3,5% come nuovo obiettivo di spese per la difesa.
E anche qui non parliamo di favori fatti all’America. A parte che l’America scalpita e protesta per l’iniqua ripartizione degli oneri della difesa europea dai tempi praticamente di Harry Truman, cioè della nascita della Nato e poi con Kennedy. È infinita la galleria di ritratti di presidenti americani che erano profondamente insoddisfatti per l’abitudine degli europei di farsi difendere a spese del contribuente americano.
Ma comunque, soprattutto in un mondo come quello di oggi e dopo quello che ha fatto la Russia in Ucraina, è interesse degli europei investire di più nella propria sicurezza. Oltretutto sono investimenti che rendono, lo insegna la Silicon Valley, è proprio lì infatti che nella seconda guerra mondiale Roosevelt spostò gli investimenti nella sicurezza. Crearono poi dei benefici per tutta l’economia americana che continuano ancora oggi.
18 aprile 2025
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