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La battaglia tra l’amministrazione Donald Trump e l’università di Harvard inizia ufficialmente. Il governo americano ha dato corpo alla minaccia di bloccare i finanziamenti federali all’università di Harvard, congelando 2,2 miliardi di dollari in sovvenzioni pluriennali. La mossa è arrivata a distanza di poche ore dal rifiuto del college di accettare una lista di richieste del presidente Usa.
Secondo la Task Force congiunta per combattere l’antisemitismo, la decisione è stata presa dopo che il presidente dell’università, Alan Garber, ha detto che l’ateneo non avrebbe «rinunciato alla propria indipendenza né ai propri diritti costituzionali».
«La dichiarazione di Harvard rafforza quella mentalità diffusa nelle università e nei college più prestigiosi della nostra nazione, l’idea che gli investimenti federali non comportino la responsabilità di rispettare le leggi sui diritti civili», ha scritto nella nottata italiana tra il 14 e il 15 aprile la task force.
Le motivazioni dietro lo scontro
La battaglia dialettica tra Trump e Harvard era iniziata lo scorso mese, quando l’amministrazione aveva dichiarato di aver messo nel mirino fino a 9 miliardi di dollari in sovvenzioni e contratti federali destinati a Harvard. La minaccia era arrivata nell’ambito delle operazioni del governo Trump per combattere l’antisemitismo nei campus statunitensi dopo l’aumentare delle proteste a causa delle operazioni di Israele a Gaza.
Harvard aveva inizialmente fatto sapere di voler collaborare con l’amministrazione per combattere l’antisemitismo nel campus, ad esempio inasprendo le procedure disciplinari, ma il rettore Garber ha detto che le ultime richieste del governo Trump erano inaccettabili. Tra le richieste c’era la riforma della governance; l’eliminazione dei programmi di diversità, equità e inclusione; la modifica dei criteri di ammissione e assunzione e la limitazione del «potere» di alcuni studenti, docenti e amministratori a causa delle loro opinioni ideologiche.
Il caso della Columbia University
Le richieste rivolte a Harvard sono state più rigide rispetto a quelle imposte alla Columbia University. Dopo che l’amministrazione Trump ha annunciato il congelamento di 400 milioni di dollari destinati alla Columbia, l’università ha accettato di vietare l’uso di maschere, ampliare i poteri della polizia del campus e nominare un vice rettore senior per supervisionare il dipartimento di studi sul Medio Oriente, Asia meridionale e Africa. (riproduzione riservata)
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