+ 25,7% nel 2024, 2.600 imprese chiuse, è emergenza nel settore 

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Com’era purtroppo ampiamente nelle previsioni – e come anticipato dalle prime rivelazioni dell’Ufficio Studi di Federcepicostruzioni – il 2024 è stato un anno nero per il settore delle costruzioni.

Colpa delle conseguenze legate al blocco del Superbonus, della cantierizzazione eccessivamente lenta delle opere legate al PNRR, ma soprattutto del blocco dei crediti fiscali, che ha riempito – ma soltanto virtualmente – i cassetti di molte imprese, portandole al tracollo.

Nola Ferramenta Sala Consilina Salerno Colleferro

I dati sono purtroppo eloquenti: le imprese del settore che hanno chiuso i battenti sono state 2.160, a fronte delle 1.718 del 2023, con un incremento percentuale, quindi, del 25,7%.

Dieci punti in più del dato complessivo relativo a tutti i comparti, che nel medesimo anno ha registrato un incremento dei fallimenti del 17,2%.

2021-2022: Una crescita sostenuta ormai alle spalle

«Nel biennio 2021-2022, il settore e tutto il vastissimo indotto collegato – commenta il presidente nazionale di Federcepicostruzioni, Antonio Lombardi – hanno beneficiato degli incentivi statali ed in particolare del Superbonus 110%, contribuendo in modo sostanziale alla ripresa economica post-pandemica del Paese. Secondo stime dello stesso Governo, la filiera delle costruzioni ha rappresentato quasi la metà della crescita del PIL nazionale in quel periodo. L’occupazione ha registrato aumenti significativi, con incrementi del 5,5% nel 2021 e del 6,7% nel 2022».

2023: Ulteriore crescita, ma con segnali di rallentamento

Nel 2023, la produzione del settore ha raggiunto i 624 miliardi di euro, segnando un aumento del 6,9% in valori correnti e del 4,2% al netto dell’inflazione settoriale rispetto al 2022. L’occupazione ha continuato a crescere, con un incremento di 76.000 unità (+2,5%), portando il totale degli addetti a oltre 3,1 milioni. Tuttavia, alcuni indicatori hanno mostrato i primi segnali di rallentamento rispetto agli anni precedenti, anche a causa dei primi interventi caotici, modificativi del Superbonus, e delle difficoltà emerse nella monetizzazione dei crediti fiscali.

2024: La pesante contrazione

Per il 2024, le stime registrano una pesante contrazione, con un calo della produzione del 7,5%, attribuito principalmente alla riduzione degli incentivi fiscali, alle persistenti difficoltà nella monetizzazione dei crediti fiscali e all’aumento dei costi energetici.

«Nonostante questi indicatori affatto confortanti – aggiunge il presidente Lombardi – il segmento delle opere pubbliche potrebbe continuare a crescere, sostenuto dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ma a condizione che si intervenga con efficacia sulle misure che registrano i più pesanti rallentamenti. Il settore delle costruzioni ha ancora una volta mostrato una notevole resilienza e capacità di trainare l’economia italiana negli ultimi anni. Si trova ora ad affrontare enormi difficoltà e nuove sfide: il nostro appello, ancora una volta, è intervenire con tempismo ed incisività sulla sburocratizzazione, sulla accelerazione delle opere cantierabili, ma anche sull’adeguamento sismico ed energetico degli edifici. La strada intrapresa con il Superbonus, peraltro sostenuta fortemente dall’Unione europea, non può essere abbandonata. Occorre individuare con sollecitudine le strategie migliori per rendere il nostro patrimonio edilizio, a partire da quello pubblico, più sicuro e meno energivoro”.

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