Orsini da San Patrignano: «Sostenibilità, ora scelte strutturali»

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«La sostenibilità non può essere solo un obiettivo, ma deve diventare una pratica quotidiana nelle nostre imprese». Con queste parole Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha aperto questa mattina la settima edizione del Sustainable Economy Forum, organizzato in collaborazione con la Comunità di San Patrignano e con Intesa Sanpaolo come partner istituzionale. Un appuntamento ormai centrale per il mondo produttivo italiano, che ha riunito oltre 700 tra imprenditori, accademici, rappresentanti delle istituzioni e studenti per discutere delle sfide reali e non più rinviabili legate allo sviluppo sostenibile.

Il forum, ospitato negli spazi della comunità fondata da Vincenzo Muccioli, si è distinto ancora una volta per l’approccio concreto e multidisciplinare: al centro non solo l’ambientalismo come principio, ma la sostenibilità come strategia economica e industriale, con implicazioni sul lavoro, la finanza, la mobilità e la politica energetica.

Orsini, nel suo intervento, ha ribadito la necessità di superare la retorica per approdare a scelte strutturali e coordinate. «Le imprese italiane ha detto non sono indietro. In molti casi sono già un modello a livello europeo in termini di economia circolare e innovazione green. Ma serve una visione di lungo periodo, soprattutto da parte della politica. Non si può chiedere al tessuto produttivo di fare miracoli se poi le regole cambiano ogni sei mesi».

Non sono mancate le critiche implicite all’instabilità del quadro normativo italiano, in particolare sul fronte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Più di un relatore ha sottolineato come le occasioni offerte dal PNRR rischino di sfumare se non accompagnate da una reale capacità amministrativa e da una chiarezza sugli obiettivi. «Abbiamo risorse senza precedenti ha osservato una docente intervenuta da Bocconi ma non possiamo sprecarle con progettualità frammentate o con logiche di breve termine».

Il Forum ha ospitato numerosi panel, tra cui quelli dedicati alla transizione energetica, al ruolo delle banche nel finanziare l’innovazione sostenibile e all’urgenza di formare competenze nuove in un mercato del lavoro che cambia più in fretta delle università. Particolarmente seguiti gli interventi dei giovani imprenditori, protagonisti di start-up che operano in settori ad alto impatto ambientale, ma con modelli scalabili.

La giornata ha visto anche la consegna del “Gian Marco Moratti Award”, un riconoscimento che premia ogni anno le migliori pratiche imprenditoriali in campo sostenibile. A riceverlo, quest’anno, è stata una piccola azienda emiliana che ha sviluppato una tecnologia per il recupero delle acque industriali, dimostrando che anche le PMI possono guidare l’innovazione green.

Più che una vetrina, il Sustainable Economy Forum si conferma uno spazio di confronto reale, lontano dalle autocelebrazioni e vicino alle tensioni che attraversano il mondo produttivo. La scelta di San Patrignano non è casuale: simbolo di rinascita e comunità, il luogo incarna l’idea che un altro modello di sviluppo non solo è auspicabile, ma necessario. E, come ha sottolineato ancora Orsini, «non abbiamo più tempo per scegliere se cambiare: dobbiamo solo decidere come farlo».







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