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Nella giornata di ieri i Presidenti dei Consigli nazionali di avvocati e commercialisti, Francesco Greco ed Elbano de Nuccio, hanno firmato con la controparte istituzionale, il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, e il Direttore del Dipartimento delle Finanze del MEF, Giovanni Spalletta, il protocollo d’intesa con cui vengono definiti i criteri per l’iscrizione all’elenco dei certificatori del rischio fiscale delle imprese, disciplinato dall’art. 1 comma 1 del Regolamento 12 novembre 2024 n. 212.
L’elenco dei certificatori del tax control framework (TCF) sarà tenuto dai Consigli nazionali di avvocati e commercialisti (uniche due professioni abilitate a farne parte), che lo predispongono e aggiornano per la parte di propria competenza.
Stando al protocollo, l’iscrizione all’elenco presuppone la partecipazione a percorsi formativi suddivisi in tre moduli, per la durata complessiva di almeno 80 ore, aventi a oggetto tre specifiche materie: sistemi di controllo interno e di gestione dei rischi (per una durata pari ad almeno la metà del corso); principi contabili; diritto tributario. Le modalità di svolgimento dei corsi sono stabilite dai due Consigli nazionali, così come i test di valutazione, che sono previsti alla fine di ogni modulo formativo.
Il protocollo, però, individua una serie di requisiti che permettono l’esenzione, parziale o totale, dai percorsi formativi. Possono avvalersi dell’esenzione totale, ad esempio, avvocati e commercialisti (con almeno 5 anni di iscrizione continuativa ai rispettivi albi) che abbiano già avuto un formale incarico di progettare e sviluppare sistemi di controllo interno del rischio fiscale già validati dall’Agenzia delle Entrate, o che abbiano collaborato per almeno 5 anni, in qualità di responsabile del rischio fiscale delle imprese in regime di adempimento collaborativo, con i soggetti incaricati di progettare e sviluppare i sistemi di controllo interno.
La stessa esenzione vale anche per chi sia stato (per almeno due anni) componente di organismi di vigilanza o abbia svolto funzioni di audit aziendale per società ammesse (nei medesimi anni) al regime di adempimento collaborativo; per i docenti universitari di ruolo nelle discipline economico-aziendali o in diritto tributario con almeno 5 anni di iscrizione a uno dei due albi professionali.
Per altre tipologie di soggetti, invece, è prevista un’esenzione parziale, quindi solo dalla frequenza di determinati moduli formativi (e dai relativi test). I docenti universitari non di ruolo e i ricercatori a tempo determinato in economia aziendale e diritto tributario (e con 5 anni di iscrizione a uno dei due albi) potranno evitare i corsi formativi nell’ambito disciplinare di insegnamento.
Commercialisti e avvocati che risultano anche iscritti al Registro dei revisori legali saranno esentati dal corso sui principi contabili, mentre quelli che hanno conseguito un dottorato o un master di II livello non dovranno frequentare i corsi attinenti all’ambito disciplinare in cui hanno ottenuto il titolo. In entrambi i casi, il prerequisito rimane quello dei 5 anni di anzianità di iscrizione all’albo, così come per i professionisti che abbiano ricoperto specifici ruoli, per almeno due anni, all’interno di imprese di grandi dimensioni con sede in Italia: chi è stato responsabile fiscale potrà evitare il modulo di diritto tributario; chi è stato supervisore dei sistemi di controllo o responsabile dei controlli di II livello (Tax risk manager) la formazione sui sistemi di controllo interno e gestione di rischi.
“Si tratta di un importante passo in avanti – ha commentato il Viceministro all’Economia, Maurizio Leo – che va nella direzione di consolidare il rapporto di fiducia tra l’Amministrazione finanziaria e le grandi imprese, valorizzando la corretta gestione del rischio fiscale. Il protocollo contribuisce a rafforzare quel modello di collaborazione preventiva che rappresenta una leva fondamentale per migliorare il clima di compliance e aumentare la certezza del diritto”.
“Con questo protocollo – ha spiegato de Nuccio – prende finalmente il via il percorso che porterà alla creazione degli elenchi dei colleghi abilitati a questa delicatissima funzione. L’esclusiva attribuita ai soli commercialisti e avvocati è la certificazione della fiducia riposta dal legislatore nelle competenze delle nostre due professioni. Si tratta di una esclusiva importantissima, che ci carica di una grande responsabilità nei confronti del sistema imprenditoriale ed economico del nostro Paese, alla cui tenuta lavoreremo come sempre con serietà e affidabilità”.
“L’accordo – ha aggiunto Greco – è un passo significativo nel processo di attuazione del regime di adempimento collaborativo. Il coinvolgimento degli avvocati nella certificazione dei sistemi di controllo del rischio fiscale rappresenta un riconoscimento del ruolo centrale delle professioni ordinistiche nel rapporto tra i cittadini, il sistema imprenditoriale e lo Stato. Il protocollo definisce in modo chiaro le modalità di accesso all’elenco dei certificatori, introducendo requisiti rigorosi di competenza e continuità professionale, nonché un percorso formativo strutturato e qualificante. In tal modo, si garantisce l’elevato livello di preparazione e l’indipendenza necessari per assicurare la qualità della certificazione e la solidità del sistema”.
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