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La recente sospensione temporanea di 90 giorni dei dazi reciproci, con l’eccezione della Cina, annunciata dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha riacceso il dibattito internazionale sulla politica commerciale globale.
L’Unione Europea ha accolto positivamente la decisione, considerandola un passo verso la stabilizzazione dell’economia, pur mantenendo alta la guardia sul fronte della diversificazione dei rapporti commerciali e del rafforzamento del mercato unico.
La Commissione europea, infatti, sta portando avanti una strategia articolata in tre direzioni: da un lato, si continua a negoziare con Washington per arrivare a una soluzione stabile, promuovendo l’azzeramento reciproco dei dazi su alcuni prodotti industriali. Dall’altro, Bruxelles ha già pronto un piano alternativo che prevede l’imposizione di dazi europei su beni statunitensi, nel caso in cui i colloqui fallissero. Parallelamente, l’Unione punta a rafforzare il proprio mercato interno e a diversificare le alleanze commerciali a livello globale.
In questo scenario in rapida evoluzione, l’Italia si prepara ad affrontare con determinazione le conseguenze economiche legate ai dazi, soprattutto per le filiere produttive più esposte. La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annunciato un piano straordinario da 25 miliardi di euro per il sostegno alle imprese, illustrato anche dal Ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, alla Camera dei Deputati.
Le risorse verranno reperite attraverso:
- la rimodulazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per un totale di 14 miliardi;
- la revisione dei Programmi della Politica di Coesione (11 miliardi);
- l’impiego della quota nazionale del Fondo sociale per il clima (7 miliardi).
L’obiettivo è fornire strumenti rapidi ed efficaci per contrastare gli effetti dei dazi, incentivare la competitività e prevenire fenomeni di delocalizzazione industriale verso gli Stati Uniti.
Contestualmente, l’Italia si fa promotrice in Europa di una revisione strategica del Green Deal, sollecitando una moratoria regolatoria su norme che ostacolano la crescita industriale e chiedendo la revisione del meccanismo CBAM, oltre all’introduzione di un principio “Buy Europe” negli appalti pubblici.
“L’Europa deve proteggere la propria industria. In gioco non c’è solo la competitività, ma il futuro produttivo del continente”, ha dichiarato il Ministro Urso.
Il Governo continuerà a confrontarsi con Bruxelles per ottenere maggiore flessibilità nell’utilizzo delle risorse europee, salvaguardando al contempo i saldi della finanza pubblica.
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