Privacy e ESG: con l’I occorre equilibrare conservazione locale e globalizzazione

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La crescente attenzione al rapporto privacy e ESG per una nuova governance nell’era digitale pone nuove sfide sia per le aziende locali che per i giganti globali del settore tecnologico. Al centro del dibattito c’è il delicato equilibrio tra la conservazione locale dei dati, spesso vista come un baluardo della privacy degli utenti, e l’efficienza operativa offerta dai fornitori di servizi globali. In questo contesto, si inserisce anche la questione degli investimenti in tecnologie di privacy e le strategie di governance della relazione intelligenza artificiale e ESG, considerate essenziali per una crescita sostenibile e rispettosa dei diritti individuali. Le decisioni prese oggi da legislatori, aziende e tecnologi definiranno il panorama della privacy e della sicurezza digitale dei prossimi anni, influenzando non solo le politiche aziendali ma anche le aspettative e i diritti degli utenti finali e la creazione di una cybersecurity strategica.

Conservazione locale vs. fornitori globali: la sfida della privacy alla base del rapporto privacy e ESG

La dicotomia tra la conservazione locale dei dati e l’affidamento a fornitori globali si staglia come una delle principali tensioni nel panorama della privacy odierna. Da un lato, la percezione di maggiore sicurezza offerta dallo storage locale spinge molte organizzazioni italiane a preferire soluzioni nazionali, alimentando la discussione sulla sovranità dei dati. Dall’altro, l’efficienza e le avanzate capacità di protezione dei dati proposte dai giganti del cloud globale attraggono una larga fetta del mercato, evidenziando un paradosso apparentemente irrisolvibile. Questo scenario pone le aziende di fronte a scelte complesse, dove il valore della privacy si intreccia inevitabilmente con considerazioni di natura operativa, economica e strategica. La decisione non è meramente tecnica ma si carica di implicazioni etiche e normative, richiedendo un bilanciamento attento tra accessibilità, conformità e protezione dei dati personali.

Investimenti in privacy e governance dell’AI per un nuovo rapporto tra privacy e ESG

Investire in privacy e in una governance responsabile dell’AI rappresenta un vantaggio competitivo chiaro anche per le ricadute in chiave ESG. Le aziende che anticipano queste esigenze attraverso adeguati finanziamenti e risorse umane qualificate, trovano nella conformità non solo una tutela contro i rischi ma anche una leva per innovazioni future. Questa visione proattiva permette di navigare con maggiore sicurezza nell’ambito delle normative e di costruire una reputazione solida presso i consumatori, sempre più sensibili alla gestione dei loro dati. In questo contesto, le politiche che considerano il rapporto tra privacy e ESG e che sono ben strutturate si rivelano essere non solo uno scudo protettivo ma anche un motore di fiducia e lealtà del cliente e un fattore di credibilità con gli stakeholder.

Fiducia e conformità: il ruolo delle leggi sulla privacy 

L’84% degli intervistati italiani esprime un impatto positivo sulla propria azienda. Nonostante i costi associati alla conformità, il 97% delle imprese italiane dichiara che i ritorni sono nettamente superiori agli investimenti.  A tutto questo si aggiunge l’aumento della consapevolezza e della fiducia dei consumatori nelle leggi sulla privacy.

La maggiore familiarità verso l’AI, con un 63% degli intervistati che afferma di avere dimestichezza con la GenAI), non cambia l’atteggiamento verso le preoccupazioni che rimangono le stesse, anno dopo anno. Molte organizzazioni segnalano di aver ottenuto benefici significativi dalla GenAI, la privacy dei dati resta ancora un rischio importante e a livello di governance cresce l’attenzione al rapporto tra privacy e ESG. Il 64% degli intervistati è attenta a non condividere inavvertitamente informazioni sensibili pubblicamente o con i concorrenti, abche se una percentuale vicina alla metà ammette di immettere dati personali dei dipendenti, o non pubblici, negli strumenti GenAI. Questo aspetto può essere affrontato e gestito grazie a strumenti come l’AI Defense di Cisco, pensato per proteggere le aziende dall’uso improprio degli strumenti di AI e dalla perdita di dati.

Privacy e ESG alla base di una corretta governance dell’AI

Dev Stahlkopf, Chief Legal Officer di Cisco ha sottolineato che “La privacy e la corretta governance dei dati sono fondamentali per un approccio responsabile all’AI e gli investimenti in materia di privacy costituiscono una base essenziale, che abilita una governance efficace dell’Intelligenza Artificiale”. 

Renzo Ghizzoni, Country Leader Sales Security di Cisco Italia ha a sua volta evidenziato come “La spinta verso la localizzazione dei dati riflette il crescente orientamento al tema della sovranità dei dati. Tuttavia, un’economia digitale globale si basa su flussi di dati transfrontalieri affidabili. Framework interoperabili come il Global Cross-Border Privacy Rules Forum avranno un ruolo fondamentale nel favorire la crescita, affrontando efficacemente i problemi cruciali di privacy e sicurezza”.



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