La produzione in Italia rallenta perché mancano gli investimenti tecnologici

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In Italia cala pericolosamente la produttività nel mondo del lavoro. Quanto sta avvenendo nel nostro Paese mette in evidenza una pesante criticità dell’intero sistema economico, facendo emergere una serie di nuove emergenze che le imprese si ritrovano a dover affrontare: una situazione che impone alle aziende di affrontare nuove sfide per recuperare competitività.

I dati sulla produttività del lavoro in Italia – i dati più recenti sono quelli forniti nel 2023 dall’Istat – mettono in evidenza una flessione del 2,5 per cento: un vero e proprio freno per la crescita economica nostrana. Purtroppo il calo della produttività si va ad inserire in un contesto più ampio, contraddistinto da una fase generale di rallentamento nella quale sono cresciute le ore lavorate (+2,7 per cento).

Ma quali sono i motivi per i quali si sta registrando una scarsa produttività in Italia? Stando ai dati messi in evidenza dall’Istat sembrerebbe che le ragioni siano da attribuire alla bassa innovazione tecnologica, alle inefficienze gestionali ed una scarsa digitalizzazione. A tutto questo, purtroppo, si aggiunge anche una formazione del personale inadeguata.

In Italia, poi, è necessario tenere conto di una serie di problemi congeniti, tra i quali ricordiamo:

● una burocrazia troppo complessa;

● un’elevata pressione fiscale;

● l’accesso al credito troppo difficile.

Fattori che, indubbiamente, rendono l’ambiente imprenditoriale non particolarmente favorevole alla crescita.

La produttività italiana, purtroppo, non cresce più dal 1995. Se si innescasse un’inversione di tendenza sarebbe un valido toccasana per la nostra economia, che potrebbe iniziare a crescere in modo sostenuto.

Le cause, che stanno rallentando la crescita, secondo un report pubblicato a febbraio dall’Unione europea, sono diverse, ma la più importante è la scarsa diffusione digitale tra le imprese. Una situazione che, almeno nel nostro Paese, si è venuta a verificare principalmente per la grande concentrazione di piccole imprese, che sono arrivate a rappresentare il 95 per cento del totale e il 29 per cento del Pil Italiano.

La capacità di innovazione del tessuto imprenditoriale si misura dagli investimenti in ricerca e sviluppo. In Italia è minore rispetto a quella degli altri Paesi europei: una situazione che si è venuta a generare proprio perché le aziende sono molto piccole e spesso si concentrano su altri aspetti.

Un altro limite, poi, sembrerebbe costituito dal fatto che spesso le piccole aziende vengono sostenute dallo Stato, ma sono proprio loro che frenano il processo di innovazione, perché non sono in grado – e alcune volte non vogliono – adeguarsi agli standard europei.

Quindi, in un certo senso, si potrebbe affermare che il costante calo della produzione in Italia sia una diretta conseguenza della grandezza delle imprese.

Ma quali strumenti potrebbero adottare le aziende per migliorare la loro produttività? Liana Gabriela Rotariu, founder del Metodo Sempi, il cui compito è quello di semplificare i processi aziendali per migliorare l’efficienza, ritiene che spesso e volentieri la soluzione di questi problemi sia proprio in mano alle stesse aziende, le quali possono adottare una serie di soluzioni che possono diventare degli importanti toccasana. Le innovazioni alla portata di tutti sono le seguenti:

● adottare dei software gestionali adatte alle esigenze;

● automatizzare i processi produttivi, soprattutto le attività che devono essere svolte più volte al mese;

● è necessario affidarsi ai dati e non all’intuito per prendere delle decisioni, in modo da basarsi su delle performance concrete;

● le informazioni devono essere organizzate in un unico spazio, in modo da ridurre gli errori e migliorare la produttività;

● pianificare le strategie con flessibilità;

● la comunicazione all’interno del team deve essere migliorata;

● le prestazioni devono essere monitorate nel corso del tempo;

● circondarsi di validi professionisti, ma riuscire ad avere una visione chiara di quanto sta accadendo in azienda.



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