850 euro per la badante, ecco la nuova frontiera dei voucher

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Pagare una badante è diventato sempre più complicato, soprattutto a causa della modestia degli importi di molte prestazioni pensionistiche. Sostenere i costi dell’assistenza domiciliare è difficile, almeno secondo quanto riferiscono anziani e le loro famiglie. I figli, in particolare, si trovano spesso costretti a intervenire con risorse proprie, perché la pensione – o le pensioni – dell’anziano non sono sufficienti a coprire stipendio, contributi e spese varie.

Ma, come sempre, c’è anche il rovescio della medaglia. Dal punto di vista delle lavoratrici che svolgono la professione di badante, la realtà è opposta: un lavoro duro, pesante e poco valorizzato, mal retribuito e sottopagato.

Dove sta la verità? Come spesso accade, la verità sta nel mezzo. Entrambe le parti in causa hanno buone ragioni. Per questo oggi esiste una soluzione alternativa, che potrebbe contribuire a risolvere una delle questioni più spinose che emergono anche nelle numerose email dei lettori: un assegno mensile da 850 euro per la badante.

I quesiti di due nostre lettrici

“Gentile redazione, sono la figlia di un anziano di 89 anni non autosufficiente. Abbiamo assunto una badante da dicembre scorso. Il fatto è che adesso ci rendiamo conto che i soldi di mio padre non bastano, tra stipendio da erogare alla lavoratrice, contributi e spese varie. Mio padre prende più o meno 1.000 euro al mese tra pensione sua, reversibilità e accompagnamento. Ma la badante ci costa molto di più. Esistono soluzioni per aumentare ciò che mio padre riceve come trattamenti?

“Mi chiamo Irina e faccio la badante in Italia da 10 anni. Sento spesso parlare di aumento dello stipendio, di tabelle sul minimo salariale e così via.

Quando ho iniziato, prendevo 800 euro al mese. Oggi, dopo dieci anni, me ne danno 850. Di aumenti concreti, soldi in più o altri vantaggi, non ne ho visti. E poi sono le famiglie a lamentarsi che noi costiamo troppo?”

Come funziona il nuovo bonus assistenza 2025

Come già anticipato, da un lato ci sono le famiglie che lamentano costi eccessivi per l’assistenza. Dall’altro, le badanti che denunciano stipendi insufficienti. Due facce della stessa medaglia: da una parte lavoratrici sottopagate, dall’altra nuclei familiari che faticano a sostenere la spesa.

Il problema è che il costo del lavoro, anche per chi assume una badante, è elevato, e assorbe molte risorse. Gran parte della spesa complessiva non finisce nelle tasche della badante, ma viene assorbita da tasse e oneri accessori.

Ecco perché il governo ha deciso di intervenire, prevedendo nel Decreto Anziani una misura capace di andare incontro a entrambe le esigenze: nasce così l’assegno di assistenza da 850 euro, destinato a coprire parte del costo della badante.

850 euro per la badante: i dettagli del nuovo contributo

Qualcuno lo ha già ribattezzato Bonus Anziani 2025, ma il nome corretto è assegno di assistenza. Si tratta di un contributo economico mensile di 850 euro, destinato agli over 80 non autosufficienti, con condizioni economiche svantaggiate e necessità accertata di assistenza domiciliare.

La misura entrerà in vigore dal 1° gennaio 2025, in via sperimentale.

Il contributo sarà riconosciuto agli anziani:

  • di almeno 80 anni,
  • non autosufficienti,
  • titolari dell’indennità di accompagnamento,
  • con un ISEE non superiore a 6.000 euro.

Il bonus sarà erogato sotto forma di voucher mensile da 850 euro, da utilizzare esclusivamente per retribuire la badante o per pagare servizi di assistenza erogati da imprese regolarmente autorizzate sul territorio nazionale.

È quindi chiaro che il contributo dovrà essere destinato a ciò che ufficialmente viene definito servizio di assistenza domiciliare, offrendo un concreto aiuto economico alle famiglie e, allo stesso tempo, valorizzando il lavoro delle badanti.



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