Il turismo nuziale? Per la Sardegna un affare

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Un sì detto in spiaggia o, meglio, davanti a un nuraghe, può valere molto per l’immagine della Sardegna nel mondo. Specie se a festeggiare i novelli sposi ci sono invitati a frotte, che arrivano dalla Penisola e dall’estero, riempiono il ristorante per il ricevimento e gli hotel la notte, meglio se più di una. Lo sanno bene le specialiste che questo tipo di eventi li organizzano per professione. Con un termine anglofono si chiamano wedding planner, in sostanza pianificano tutto ciò che serve alla coppia che convola a nozze. «In Sardegna stiamo strutturando un progetto di wedding tourism, per promuovere e far lavorare il territorio», dice Clara Trama, presidente dell’Associazione italiana wedding planner. «Lavoriamo con le istituzioni per sensibilizzarle al nostro lavoro e far capire l’importanza del turismo matrimoniale». Che può essere fonte cospicua di valore aggiunto. «Non ci sono dati ufficiali sul wedding tourism in Sardegna», sostiene Trama, «ma se si pensa che in Italia il turismo matrimoniale nel 2023 ha prodotto un fatturato indotto di 830milioni di euro si può capire l’importanza del fenomeno».

Clara Trama, presidente nazionale Aiwp (foto concessa)
Clara Trama, presidente nazionale Aiwp (foto concessa)Clara Trama, presidente nazionale Aiwp (foto concessa)

Clara Trama, presidente nazionale Aiwp (foto concessa)

Il problema è la sensibilizzazione. La vicepresidente nazionale della Aiwp, Delia Cualbu, sarda di Fonni, osserva che il terreno è fertile ma il lavoro da fare per la semina è ancora lungo. «In Sardegna – rileva – ci sono comuni attenti al fenomeno. Penso a Bari Sardo, che ha addirittura organizzato nozze subacquee, Castelsardo, Golfo Aranci. Più si riesce a organizzare matrimoni in location esclusive, più riusciamo a rendere appetibili le nostre destinazioni. Purtroppo, nella maggior parte dei casi dobbiamo fare da noi. Un lavoro in totale autonomia perché non abbiamo il supporto istituzionale».

Un matrimonio a Osalla, sul litorale di orosei (foto Aiwp)Un matrimonio a Osalla, sul litorale di orosei (foto Aiwp)
Un matrimonio a Osalla, sul litorale di orosei (foto Aiwp)Un matrimonio a Osalla, sul litorale di orosei (foto Aiwp)

Un matrimonio a Osalla, sul litorale di orosei (foto Aiwp)

Operazione laboriosa per la quale occorre un cambio di prospettiva. «Mentre esiste la promozione del turismo enogastronomico e del turismo lento, di quello religioso e di quello delle radici, manca – lamenta Cualbu – un lavoro strutturato sul wedding tourism. La Regione dice di aver aperto anche alla presenza di wedding planner alle fiere, però un lavoro strutturato su questo segmento delle vacanze in Sardegna ancora non c’è».

Delia Cualbu, vice presidente nazionale Aiwp (foto concessa)Delia Cualbu, vice presidente nazionale Aiwp (foto concessa)
Delia Cualbu, vice presidente nazionale Aiwp (foto concessa)Delia Cualbu, vice presidente nazionale Aiwp (foto concessa)

Delia Cualbu, vice presidente nazionale Aiwp (foto concessa)

Occorre, pare di capire, una presa di coscienza sulla grande opportunità rappresentata dal turismo matrimoniale. «In Sardegna – prosegue la leader regionale dell’associazione – non c’è la consapevolezza di quello che è il nostro patrimonio e di cosa può rappresentare in termini di cosiddette proposte uniche di vendita. Mi spiego: una proposta unica sarda è costituita dal patrimonio archeologico collegato ai nuraghi visto che la civiltà nuragica è unica al mondo. Ed essendo tale un matrimonio celebrato in un’area nuragica diventa un matrimonio unico al mondo. Dobbiamo migliorare molto nella percezione del valore del patrimonio costituito dal nostro territorio. Se queste unicità venissero ben spese in un panorama di turismo nuziale internazionale riusciremmo a realizzare veramente numeri importanti».

C’è sempre il limite ovviamente atavico dei collegamenti con la nostra Isola. «La Sardegna – commenta Delia Cualbu, anche nella sua veste di imprenditrice turistica – li interrompe da metà ottobre in poi e questo rappresenta un problema. Nonostante il nodo trasporti si potrebbe comunque fare tanto. E superare anche queste difficoltà».

Anche sotto il profilo legislativo sono necessari miglioramenti. «La Legge 4 del 2013 – riconosce Clara Trama – rappresenta un importante passo avanti per il riconoscimento delle professioni non organizzate in Italia, con l’obiettivo di garantire maggiore qualità e professionalità nei servizi offerti dai liberi professionisti, inclusi i wedding planner». È notizia dei giorni scorsi quella relativa a una proposta di legge regionale che sta per essere presentata dal consigliere Fausto Piga e sarebbe tesa a disciplinare meglio il settore anche nell’Isola. – «La Sardegna anno dopo anno si sta affermando come destinazione privilegiata per matrimoni, grazie ai suoi paesaggi, itinerari esperienziali ed unicità delle tradizioni – dichiara Piga, vice capogruppo di FDI in consiglio regionale – per questo ci siamo messi a disposizione per presentare una proposta di legge volta a regolamentare la figura del wedding planner in Sardegna, riconoscendo finalmente il valore di una professione in costante crescita, ma anche per rafforzare l’intera filiera del wedding tourism, con evidenti ricadute positive sull’economia locale, sull’occupazione e sulla valorizzazione del territorio».

Nozze a Golfo Aranci (foto Aiwp)Nozze a Golfo Aranci (foto Aiwp)
Nozze a Golfo Aranci (foto Aiwp)Nozze a Golfo Aranci (foto Aiwp)

Nozze a Golfo Aranci (foto Aiwp)

La legge nazionale evidentemente non basta. «Dopo la recente approvazione delle due norme nazionali che definiscono i ruoli del wedding planner e del destination wedding planner è tempo che anche Regione Sardegna legiferi la materia per regolamentare il settore del turismo legato alle nozze – dichiarano Clara Trama e Delia Cualbu, rispettivamente presidente e vice-presidente dell’Associazione italiana wedding planner –. Per questo seguiremo con attenzione l’iter legislativo di questa proposta, che potrebbe rappresentare un importante precedente anche per altre regioni italiane, nel riconoscimento di una professione che combina competenze organizzative, creative e di marketing territoriale». La Sardegna aspetta a braccia aperte novelli sposi all’ombra dei nuraghi o su spiagge esclusive. Avanti, c’è posto. 

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