Ue, Draghi: eccesso regole ha creato dazio

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“Un recente studio del Fondo Monetario Internazionale  mostra come l’eccesso di regolamentazione e specialmente la sua frammentazione abbia contribuito a creare delle barriere interne al mercato unico che equivalgano a un dazio del 45% sui beni manifatturieri e del 110% sui servizi. In altre parole, abbiamo un mercato unico per i dentifrici non ce lo abbiamo per l’Intelligenza artificiale”.

Lo ha detto l’ex presidente del Consiglio, Mario Draghi, in audizione davanti alle commissioni Unione europea, Bilancio e Industria e agricoltura del Senato e Bilancio, Attività produttive Politiche dell’Unione europea della Camera, in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea il documento redatto su impulso della Commissione dell’Unione europea, prevede un piano di investimenti annui per 800 miliardi di euro per l’innovazione, la transizione energetica e la difesa.

“Non possiamo dunque stupirci se i nostri inventori più brillanti scelgano di portare le loro aziende in America, e se i cittadini europei li seguano con i propri risparmi. Per quanto riguarda la semplificazione regolatoria e amministrativa, in linea con le raccomandazioni del Rapporto, recentemente la Commissione ha presentato alcune proposte in materia di obblighi di informativa sulla sostenibilità, da cui saranno esentate le imprese con meno di mille dipendenti. È solo un primo passo nella direzione giusta. Da parte degli Stati Membri non risulta alcuna iniziativa di maggiore semplificazione”.

La regolamentazione prodotta dall’Unione europea negli ultimi 25 anni ha protetto i cittadini ma si è espansa nei nuovi settori, come il digitale, e ha continuato ad aumentare le regole negli altri settori. Ha continuato così l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi durante l’audizione al Senato in merito al rapporto sul futuro della competitività europea.

“Non si tratta di proporre una deregolamentazione selvaggia, ma solo meno confusione. Troppe regole e troppo frammentate nei settori dei servizi penalizzano l’iniziativa individuale, scoraggiano l’innovazione e penalizzano la crescita economica”, ha detto Draghi.

Persino la nostra valutazione dell’investimento in difesa, oggi basata sul computo delle sole spese militari, andrà modificata per includere gli investimenti su digitale, spazio e cybersicurezza che diventano necessari alla difesa del futuro”. 



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