Via libera Ue all’aiuto di Stato spagnolo per gli accumuli

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La Spagna vuole incentivare la realizzazione di grandi impianti di accumulo per la rete con quasi 700 milioni di euro.

Il supporto pubblico è stato approvato il 17 marzo dalla Commissione europea, nell’ambito del quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato.

Madrid punta a stoccaggi per 1.800 MWh, in modo da favorire la crescente integrazione nel sistema elettrico delle fonti energetiche rinnovabili con produzione intermittente (eolico e fotovoltaico).

L’aiuto dello Stato, che in parte utilizzerà il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), assumerà la forma di sovvenzioni dirette per il cofinanziamento fino all’85% degli investimenti, da concedere entro il 31 dicembre 2025 tramite gare competitive.

La misura, sottolinea una nota di Bruxelles, sarà aperta a tutte le tecnologie di accumulo.

La Commissione ha concluso che il supporto “è necessario, appropriato e proporzionato per accelerare la transizione verde e facilitare lo sviluppo di determinate attività economiche”.

Come evidenzia il ministero spagnolo per la Transizione ecologica e la Sfida demografica (Miteco), il programma finanzierà tra 80 e 120 progetti, che dovranno essere completati entro la fine del 2029 per una potenza complessiva stimata in 2,5-3,5 GW.

Inoltre, si prevede che l’aumento degli accumuli di rete ridurrà i costi di sistema nei mercati della capacità e i prezzi della regolazione secondaria e terziaria del sistema elettrico.

Da segnalare che l’11 marzo Bruxelles ha presentato una proposta per un nuovo quadro di aiuti di Stato, componente chiave del Clean Industrial Deal varato a febbraio, con cui mira a mantenere le attuali esenzioni per le energie rinnovabili e a consentire un più ampio sostegno dei Paesi membri ai progetti per decarbonizzare le industrie.

L’esecutivo Ue prevede di adottare formalmente la comunicazione non legislativa a giugno (ora in consultazione con scadenza il 25 aprile) per ampliare ed estendere il quadro temporaneo di crisi e transizione fino al 2030, come più volte richiesto da diversi rappresentanti del settore energetico.

Tra le altre cose, si valuterà la possibilità di autorizzare un supporto finanziario per ridurre l’impronta di CO2 degli impianti industriali, anche se basati su alcuni tipi di combustibili fossili.



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