“Un patto per le Aree interne: salvaguardare le imprese agricole”

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CATANIA – Dopo l’appello dello scorso gennaio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita a Militello Val di Catania, anche il vescovo di Caltagirone, monsignor Calogero Peri, è tornato a parlare nei giorni scorsi delle aree interne della Sicilia, chiedendo ai Governi, nazionale e regionale, interventi urgenti per contrastare il fenomeno dello spopolamento.

Anche il presidente nazionale Cia (Confederazione degli Agricoltori Italiani), Cristiano Fini, affronterà il tema nel corso di un incontro “Aree Interne, patto istituzionale per salvaguardia, sviluppo e reddito delle imprese agricole, organizzato il prossimo giovedì 20 marzo a Nicosia.

Un tema, spesso trascurato, tornato però centrale. “Le aree interne della Sicilia Orientale – spiega Giosuè Catania, presidente di Cia Sicilia Orientale – si trovano ad affrontare una serie di sfide significative, che ne minacciano il futuro e la sostenibilità. Il rischio di degrado ambientale e sociale è accentuato dal rischio di abbandono delle campagne e dallo spopolamento, fenomeni che non solo impoveriscono il patrimonio culturale e naturale, ma compromettono anche le opportunità economiche per le comunità locali.

Per valorizzare queste zone “è fondamentale implementare – spiega – strategie che promuovano lo sviluppo sostenibile, attirando investimenti e incentivando il ritorno dei giovani. Programmi di agricoltura sostenibile, turismo rurale, sostegno alla zootecnia e valorizzazione delle tradizioni locali potrebbero rappresentare vie efficaci per rivitalizzare l’economia”.

“È essenziale – continua Catania – creare reti di collaborazione tra le istituzioni, le organizzazioni di categoria e i cittadini, per sviluppare progetti condivisi e inclusivi. Così come è necessario incentivare le attività economiche attraverso una fiscalità di vantaggio e delle premialità che rendano appetibili gli investimenti per rivitalizzare territori e paesaggi di una bellezza indescrivibile”.

Cosa è mancato nelle strategie politiche passate? “La mancanza di infrastrutture adeguate, di servizi e di opportunità lavorative ha portato a una crescente emigrazione, svuotando progressivamente questi territori, dove gli agricoltori spesso hanno lavorato sostenendo costi eccessivi senza alcun adeguato ritorno di reddito” spiega Catania.

Le organizzazioni di categoria chiedono un cambiamento di rotta, puntando su politiche innovative che favoriscano l’occupazione e la formazione. “Abbiamo avuto modo di apprezzare – ci dice – il messaggio del presidente Mattarella e del vescovo di Caltagirone, i quali hanno già sottolineato l’importanza di un rinnovato impegno verso queste aree, evidenziando la necessità di un dialogo costante con le istituzioni per creare un futuro migliore per la Sicilia”.

“Solo attraverso un’azione congiunta e mirata sarà possibile invertire la tendenza e restituire vitalità a queste terre ricche di storia e potenzialità. La Sicilia deve rivendicare azioni e investimenti volte al riconoscimento delle condizioni di insularità per abbattere i costi della logistica, dei trasporti, delle infrastrutture e delle condizioni di svantaggio. Lo sviluppo delle aree interne – conclude – è un problema dell’intero Paese e riguarda la salvaguardia del territorio reso sostenibile non solo dal punto di vista ambientale e paesaggistico ma anche dal punto di vista economico”.



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