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Giovanni Luppino faceva da autista a Matteo Messina Denaro, i suoi figli Vincenzo e Antonio avrebbero fatto parte della rete di fiancheggiatori del padrino di Castelvetrano durante la latitanza. Ora per tutti e tre scatta il sequestro di beni che valgono più di 3 milioni di euro.
A disporlo la sezione Misura di prevenzione del tribunale di Trapani che ha accolto la richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo diretta da Maurizio de Lucia. Le indagini patrimoniali si basano sul lavoro dei finanzieri del comando provinciale di Palermo.
Il Nucleo di polizia economico-finanziaria guidato dal colonnello Carlo Pappalardo ha ricostruito il profilo patrimoniale di Luppino, già condannato a nove anni e due mesi di carcere, e del suo nucleo familiare. Sarebbe emerso un flusso costante di denaro in favore del latitante.
Sotto sequestro finiscono due società a Campobello di Mazara che si occupano di produzione di olio e commercializzazione di frutta e ortaggi, sette immobili, fra appartamenti e terreni a Campobello di Mazara e Castelvetrano, tre rapporti bancari e un autoveicolo.
Cosa disse l’autista di Messina Denaro
“Mi ha detto che stava morendo e l’ho aiutato per ragioni umanitarie”, disse Luppino provando a scrollarsi di dosso la pesante accusa. Inciampò, però, quando negò di conoscere i componenti della famiglia Bonafede.
A cominciare da Laura Bonafede, maestra e amante del padrino. Il procuratore aggiunto Paolo Guido e e i sostituti Gianluca De Leo, Piero Padova e Alfredo Gagliardi gli contestarono che la donna, assieme al marito ergastolano Salvatore Gentile, ha battezzato i suoi figli.
Il ruolo dei figli
I due fratelli, dal 2018 al 2022, hanno abitato a pochi metri dall’ultimo covo del padrino a Campobello di Mazara. Averebbero condiviso con il padre informazioni cruciali per la gestione della latitanza del capomafia. Ad Antonino Luppino era stato comunicato il numero di uno dei cellulari usati dal boss, Vincenzo Luppino sarebbe andato alla clinica La Maddalena, dove il ricercato era in cura per un cancro, quando questi venne operato, per provvedere ai suoi bisogni.
Antonino Luppino, insieme al padre, avrebbe scortato Messina Denaro, dopo le dimissioni dalla casa di cura, l’11 maggio, fino a Campobello e insieme al fratello si sarebbe occupato delle riparazioni della auto, una Giulietta, con la quale il capomafia si spostava.
Ristruttazione e trasloco
I tre Luppino, poi, avrebbero seguito i lavori di ristrutturazione del covo del latitante e il trasloco dei mobili del boss all’ultimo nascondiglio. Vincenzo avrebbe custodito la vecchia cucina che Messina Denaro aveva deciso di non portare nell’abitazione in cui si era trasferito. Infine Vincenzo avrebbe prestato al padre il proprio furgone perché scortasse il latitante mentre attraversava in auto Castelvetrano per passare davanti alle abitazioni dei suoi familiari.
Il flusso di denaro
Nel 2017 e 2018, secondo la ricostruzione dei finanzieri, dai conti correnti di Antonino Luppino “sono stati effettuati in favore di Laura Bonafede bonifici per un importo complessivo di 81.623 euro, non giustificati da fattura”.
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