La strategia di Giorgetti per proteggere i conti: coinvolgere i privati con garanzie pubbliche

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di
Mario Sensini

Fare altri 30 miliardi di debito per la difesa europea, mentre i tassi di interesse crescono nonostante la Bce, è complicato. Durante l’Eurogruppo di lunedì, Giorgetti proporrà intanto di coinvolgere i capitali privati

«Ci vuole sangue freddo, dobbiamo ragionare», ripete il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, tutt’altro che entusiasta di dover rivedere per la terza volta i piani per la riduzione del debito, proprio ora che la linea del rigore — fatta faticosamente passare dentro la maggioranza a forza di «no» e scelte difficili — stava cominciando a dare qualche frutto.
Prima è stato il Covid, poi la guerra e i prezzi dell’energia, e adesso la minaccia Putin. Proprio mentre lo spread cala, i rating migliorano e l’avanzo primario di bilancio è stato appena ritrovato dopo lunghi anni. La spesa per gli interessi sul debito però pesa ancora tantissimo, 85 miliardi di euro nel ’24, con una crescita del 10%. È stato un anno difficile, ma come lo saranno questo e il prossimo, in cui si scaricheranno tutti i costi del Superbonus.

Altri 30 miliardi di debito

Fare altri 30 miliardi di debito per le esigenze della difesa europea, in un momento in cui i tassi di interesse crescono nonostante la Bce, per il Tesoro è oggettivamente complicato. Checché ne dicano gli alti funzionari di Bruxelles, che proprio ieri rimarcavano, dopo anni, l’assenza di «particolari preoccupazioni sul debito italiano».
L’obiettivo primario, condiviso con la premier Giorgia Meloni alla vigilia del Consiglio Ue, è limitare i danni. Lunedì a Bruxelles, nella cena dell’Eurogruppo, Giorgetti proporrà intanto di coinvolgere i capitali privati. Almeno fintanto che si tratta di infrastrutture, creare le condizioni per favorire i loro investimenti con una garanzia pubblica Ue sui prestiti bancari necessari, che sarebbero dunque a buon mercato. Un meccanismo simile già funziona a livello di stati nazionali, con i Fondi di garanzia, e anche europeo, con InvestEU.




















































Opzioni e priorità

Tutte le altre opzioni discusse dal Consiglio europeo straordinario sono da valutare con estrema attenzione. I prestiti Ue (immaginati per 150 miliardi), anche se finanziati con gli eurobond, vanno comunque rimborsati, come quelli del Pnrr. L’aumento della spesa diretta (dell’1,5% del pil, per l’Italia 30 miliardi, per la Ue 650), anche se scomputata dai parametri di controllo della finanza pubblica, va finanziato. E bisognerà capire, insiste Giorgetti, dove vanno a finire i soldi, a spingere l’industria e la produzione di quale Paese. Le priorità sono già state indicate dalla Ue (missili, droni, artiglieria), ed è in corso una verifica anche su questo. Il margine però resta molto stretto.

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8 marzo 2025



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