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LA PIATTAFORMA non ha retto il numero di accessi, retromarcia obbligata di Palazzo Raffaello. Il contributo prevista era di circa 19mila euro per assunzione con un massimo di 39mila per azienda. C’erano dei criteri per l’attribuzione del punteggio e a parità contava la data di presentazione della domanda
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La Regione Marche
Si era aperto ieri mattina, hanno atteso le 17 per bloccarlo ma il sistema era andato in tilt da un pezzo: oggetto del desiderio mancato un bando della Regione Marche per l’erogazione di contributi alle aziende (agricoltura esclusa) a chi stabilizza il personale precario. Il contributo è di circa 19mila euro per assunzione con un massimo di 39mila euro per azienda. Ci sono dei criteri per l’attribuzione del punteggio e le domande vanno presentate tenendo presente che, a parità di punteggio, conta la data di presentazione. Il Siform, la vetusta piattaforma informatica della Regione Marche, è andato in tilt.
Il bando prevede l’erogazione di circa 2,5 milioni di euro, dunque la copertura di circa 130 domande. Come era largamente prevedibile visto che non è la prima volta che fanno questo tipo di bandi erga omnes non mirati magari ai settori più in crisi, nelle prime ore sono state registrate 400 domande con la piattaforma che procedeva a singhiozzo, con grande difficoltà. Per inserire la pratica l’azienda, o il suo consulente, ha impiegato ore quando ci è riuscita e non ha trovato il sistema occupato: legittimo pensare che siano centinaia le aziende che non sono nemmeno riuscite ad entrare nel sistema.
Nel pomeriggio di ieri la Regione ha bloccato il bando rimandando a un decreto successivo. Ma anche un rinvio non cambia la sostanza: il sistema della Regione non regge questi numeri ed appare perfettamente inutile fare bandi generalisti affidandosi all’ordine di arrivo per finanziare 130 aziende quando è intuibile che di domande ne arriveranno a migliaia, peraltro le ditte affrontano anche spese per preparare la pratica oltre al tempo perso inutilmente. Il danno peraltro è doppio: da un lato la perdita di tempo e di soldi per le imprese “condannate” a restare fuori, poi il tempo perso dai dirigenti e dagli uffici che comunque dovranno valutare tutte le migliaia di pratiche che saranno presentate quando i termini saranno riaperti e la piattaforma lo consentirà.
(Redazione Cm)
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