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Oltre alla congiuntura semestrale, nel mese di gennaio il Centro Studi Confindustria Romagna ha raccolto tra le proprie associate anche dati relativi agli investimenti effettuati e in programma, con un focus particolare sul post alluvione. Il campione non è quindi concentrato sulle aziende alluvionate, ma comprende tutte le realtà che hanno risposto sulle tre province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini e che fanno parte del comparto manifatturiero e dei servizi. Vediamo il quadro tratto dall’indagine. “Emerge in prima battuta un’attenzione alla formazione del personale per affrontare le emergenze e alla predisposizione di piani di evacuazione, mentre per il futuro le esigenze si concentrano sugli investimenti strutturali – riassume il presidente Roberto Bozzi –, segno che le imprese confermano l’atteggiamento proattivo iniziale, che fin dalle primissime ore ha contraddistinto la reazione del tessuto produttivo colpito dalla calamità”.
Sul fronte degli investimenti nel biennio 2024-2025, anche lo scorso anno conferma una tendenza positiva che vede le imprese romagnole mantenere un alto livello di investimenti. La variazione percentuale delle spese per investimenti rispetto al 2023 registra un +22,5%. Le previsioni per il 2025 vedono, in valore assoluto, un aumento degli investimenti pari al +24%. Per quel che riguarda la tipologia degli investimenti effettuati nel 2024, quelli più ricorrenti sono (ammessa pluralità di risposte): impianti, macchinari e attrezzature (72%), software ICT (58%), formazione del personale (46%), ricerca e sviluppo (32%), digitalizzazione (30%). Le previsioni per il 2025 vedono fra i più ricorrenti impianti, macchinari e attrezzature (67%), software ICT (61%), formazione del personale (47%), tutela e sostenibilità ambientale (31%).
Passiamo poi al focus sull’alluvione. Le misure maggiormente implementate negli ultimi due anni per prevenzioni contro le alluvioni e per mitigare i rischi futuri (prevista risposta multipla) sono state: per il 23% dei rispondenti formazione ai dipendenti su come rispondere a situazioni di emergenza, il 20% ha sviluppato piani di emergenza ed evacuazione, il 12% ha installato barriere anti-inondazione, il 12% ha sottoscritto assicurazioni contro eventi alluvionali. Per quanto riguarda la dimensione degli investimenti, il 19,4% ha investito meno di 10mila euro, il 9% ha investito tra 10mila e 50mila euro, il 6% ha investito tra 50mila e 100mila euro, e il 10.4% ha investito oltre 100mila euro. Variegate le fonti di finanziamento: il 7,7% delle aziende rispondenti ha ottenuto prestiti bancari, un altro 7,7% ha usufruito di finanziamenti pubblici, il 33,3% ha utilizzato assicurazioni e il 28,2% ha investito con capitale proprio.
Per il futuro, le aziende ritengono che in futuro saranno necessari ulteriori miglioramenti strutturali (59,5% dei rispondenti), l’implementazione di sistemi di monitoraggio e allarme avanzati (37,8%), e maggiore collaborazione con enti locali e comunità (27%). Questo dunque il quadro emerso grazie al lavoro svolto dal Centro Studi Confindustria Romagna.
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