“Gli incentivi al settore dei trasporti e della logistica non hanno raggiunto gli obiettivi sperati”

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“Il sistema degli incentivi finanziari al settore dei trasporti e della logistica non ha finora raggiunto obiettivi soddisfacenti in termini di integrazione tra le diverse modalità di trasporto, efficienza, innovazione, tutela ambientale e competitività, e anzi rischia di creare disarmonie e sprechi di risorse per il ricorso alla distribuzione a pioggia in assenza di chiarezza sugli obiettivi strategici”.

Lo afferma Freight Leader Council in una nota diramata a valle di un webinar sull’argomento organizzato con Sipotra: “L’incontro ha confermato che finora è mancato un approccio di sistema volto a promuovere trasformazioni strutturali nel settore, in una visione di lungo termine legata alle dinamiche della domanda, alla competitività del Paese, alla sostenibilità ambientale e alla digitalizzazione”.

Il webinar è stato introdotto da un’ampia relazione di Guido Improta, segretario generale dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, cui è stata sottratta – sulla base di un decreto del 2023 – la regolamentazione sul settore dell’autotrasporto delle merci, ma che in precedenza aveva avviato un’indagine conoscitiva sul settore, i cui esiti sono stati aggiornati – ha sottolineato Improta – nell’ambito della necessità, da parte di Art, di conoscere le dinamiche dei mercati dei trasporti e intermodali. Il segretario generale dell’Art ha fornito una lunga serie di dati, che confermano il sostanziale squilibrio della distribuzione modale nel mercato dei trasporti e della logistica e, parimenti, della distribuzione degli incentivi, in massima parte destinata al settore dell’autotrasporto.

“In Italia – attribuisce la nota a Improta – l’autotrasporto detiene l’87,6% della quota del trasporto merci, contro una media europea del 77,7%, mentre la ferrovia detiene una quota del 12,4% contro una media europea del 17,2%. L’indagine ha confermato anche alcune delle debolezze del sistema logistico nazionale, caratterizzato da una prevalenza pressoché assoluta del sistema ex works o franco fabbrica, con la retrocessione allo spedizioniere o impresa logistica delle operazioni di consegna, che in gran parte significa trasferire gran parte della catena del valore agli operatori esteri”.

Secondo Flc, inoltre, “i dati dell’Albo dell’Autotrasporto confermano anche una diffusa parcellizzazione del settore, che non favorisce le economie di scala e la ricerca di efficienza e innovazione, presentando un panorama di circa 100mila (99.309) imprese di autotrasporto, spesso proprietarie di un solo veicolo o di nessun veicolo (90% delle imprese possiede meno di 20 veicoli ciascuna, 21.000 imprese risultano non avere alcun veicolo. Dall’altra parte, il settore dell’autotrasporto fa la parte del leone nella distribuzione degli incentivi, in gran parte (56,5%) attraverso il meccanismo della riduzione dei pedaggi autostradali, arrivando a cifre che superano il miliardo e mezzo in termini di spese correnti e conto capitale contro le poche centinaia di milioni di euro (suddivisi in più annualità) destinati complessivamente al trasporto ferroviario e intermodale”.

Con Importa hanno discusso direttore operativo di Ram Logistica Infrastrutture e Trasporti Francesco Benevolo; Antonio Macera, rappresentante della Direzione Generale per il Trasporto stradale e per l’Intermodalità del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; Mario Sebastiani, presidente SiPoTra; Luca Sisto, segretario generale Confitarma; Umberto Ruggerone, presidente Assologistica; Mauro Pessano, presidente associazione FerCargo; Giuseppe Rizzi, segretario generale associazione FerMerci; Marco Spinedi, SiPoTra e presidente Interporto Bologna.

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