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Disoccupati, pensionati, lavoratori autonomi sono loro a soffrire di più la povertà energetica. C’è difficoltà a pagare le utenze di gas e luce, con i prezzi che da alcuni mesi sono tornati a lievitare: a febbraio, rispetto a un anno fa, +93% per il gas e +73% per l’energia elettrica (calcola dell’ufficio studi della Cgia di Mestre).
L’impennata pesa sulle aziende e sulle famiglie; di qui il decreto del governo in loro sostegno con tre miliardi sul tavolo.
La povertà energetica attraversa tutto il Paese, ma nelle Marche si fa sentire meno che altrove: 32mila le famiglie in difficoltà, ossia il 5% del totale della popolazione marchigiana. La media nazionale è del 9%; il dato peggiore è della Calabria: quasi il 20%.
Come nel resto del Paese, anche nelle Marche le cause sono socio-economiche (redditi bassi) ma anche strutturali: abitazioni poco salubri, scarsamente riscaldate d’inverno, poco raffrescate d’estate.
Tra le vie di fuga tracciate ci sono le comunità energetiche: cittadini, imprese e istituzioni che mettono in comune produzione e utilizzo di energia da fonti rinnovabili e che possono beneficiare di detrazioni importanti con il PNRR. Si tratta di un processo che sta prendendeo piede sul territorio marchiagiano. Amandola è uno dei comuni che ha annunciato la costituzione di una comunità energetica con il coinvolgimento di 130 le famiglie.
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