Paolo Fiorentino si dimette da ceo di Banca Progetto (Oaktree), all’indomani della consegna in Tribunale del Piano di rafforzamento

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Paolo Fiorentino

Ha rassegnato le dimissioni ieri Paolo Fiorentino, ceo di Banca Progetto, controllata da Oaktree Capital Management, che lo scorso ottobre era stata sottoposta ad amministrazione giudiziaria dalla Guardia di finanza su delega del Tribunale di Milano – Sezione autonoma misure di prevenzione, a seguito di un’inchiesta penale aperta dalla Procura che ha coinvolto nove pratiche di finanziamenti garantiti da MCC a favore di società che in via indiretta farebbero capo alla ‘ndragheta (si veda altro articolo di BeBeez). Una notizia che ha messo in stand-by l’annunciata vendita della banca Centerbridge Partners  (si veda altro articolo di BeBeez), 

Le dimissioni sono arrivate il giorno dopo la data del 25 febbraio, che era stata fissata come deadline affinché Donato Maria Pezzuto, il professionista nominato dal Tribunale Amministratore Giudiziario di Milano, stilasse la sua relazione sui sistemi di controllo della banca e la illustrasse in sede di udienza. Più precisamente la nota diffusa ieri dalla banca parla di “Piano di rafforzamento” (si veda qui il comunicato stampa), lasciando quindi capire che il professionista ha individuato qualche punto critico nella struttura che va quindi rafforzato.

La nota della banca parla di dimissioni per “ragioni personali” e sottolinea che “il Consiglio di Amministrazione di Banca Progetto, comprendendo la situazione, ha accettato le dimissioni, chiedendo contestualmente al dottor Fiorentino di continuare ad accompagnare la Banca nel suo attuale percorso di rafforzamento fino alla individuazione e alla nomina del suo successore. Il dottor Fiorentino ha manifestato la sua disponibilità in tal senso”

Fiorentino aveva assicurato la massima collaborazione a Pezzuto, che in questi mesi ha affiancato le strutture e gli organi della banca con l’obiettivo di verificare l’adeguatezza dei presidi organizzativi e dei controlli interni e di proporre soluzioni correttive in relazione a eventuali ambiti di criticità rilevati. Era stata inoltre costituita una task force, formata da risorse interne e da consulenti esterni, per analizzare e gestire gli aspetti regolamentari e di vigilanza, sui quali era stato coinvolto il Prof. Francesco Carbonetti; la verifica degli strumenti, delle procedure interne e delle singole posizioni citate dal decreto, attività, per la quale è stata coinvolta, oltre all’internal audit della banca, anche PwC; e gli aspetti giuridici e processuali legati alla misura adottata, per i quali sono stati incaricati gli avvocati Grazia Volo e Giacomo Fenoglio (si veda altro articolo di BeBeez).

D’altra parte il periodo per Fiorentino non è certo dei più rosei. Lo scorso dicembre il manager, che è stato anche amministratore delegato di Carige, è stato infatti condannato in primo grado a 4 anni di reclusione e 250 mila euro di multa a Milano e all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, nell’ambito del processo sull’istituto di credito genovese con al centro la semestrale del 2018 e la presunta mancata comunicazione al mercato della necessità di svalutare i crediti non performing per centinaia di milioni di euro. Lo hanno deciso i giudici della terza sezione penale che hanno anche inflitto 2 anni e 6 mesi all’allora responsabile della tenuta delle scritture contabili, Mauro Mangani. Nell’ambito della stessa sentenza, è stata disposta una provvisionale di 28,59 milioni di euro a Malacalza Investimenti (si veda qui Il Secolo XIX). “Le sentenze si rispettano. Siamo Fermamente convinti dell’innocenza di Paolo Fiorentino e valuteremo gli spazi per l’appello”, aveva commentato l’avvocato Giuseppe Iannaccone, difensore di Fiorentino. In quell’occasione il Cda di Banca Progetto aveva rinnovato a Fiorentino, all’unanimità, piena fiducia (si veda qui il comunicato stampa).



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