Decreto Omnibus: come cambiano le regole sulla sostenibilità delle imprese

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Contesto

Il 26 febbraio 2025, la Commissione Europea ha presentato le proposte del Decreto Omnibus, parte della strategia “Bussola per la competitività”. L’obiettivo è semplificare normative chiave e rafforzare la competitività europea, con particolare focus sulla rendicontazione di sostenibilità. Le proposte riguardano la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), la Tassonomia europea e il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM).

Novità sulla CSRD

Innalzamento della soglia di rendicontazione

La nuova proposta innalza a 1.000 dipendenti la soglia per l’obbligo di rendicontazione, avvicinandola a quella della CSDDD (1.000 dipendenti, 500 milioni di fatturato) e della Tassonomia UE. Le aziende coinvolte dovranno inoltre rispettare almeno uno dei seguenti criteri: fatturato minimo di 50 milioni di euro oppure un attivo patrimoniale minimo di 25 milioni di euro. Se approvata, la modifica escluderebbe l’85% delle aziende attualmente obbligate alla CSRD.

Semplificazione degli standard di rendicontazione

La Commissione intende adottare un Atto Delegato per rivedere gli European Sustainability Reporting Standard (ESRS), riducendo il numero di datapoint obbligatori ed eliminando quelli meno rilevanti. Si privilegeranno i dati quantitativi rispetto ai testi narrativi, con l’obiettivo di migliorare la chiarezza e ottimizzare le risorse aziendali.

Posticipo degli obblighi di rendicontazione

L’entrata in vigore degli obblighi per la seconda ondata di aziende (grandi imprese non di interesse pubblico con più di 500 dipendenti) e per la terza ondata (PMI quotate e altre imprese finanziarie) è stata rinviata di due anni, dal 2025 al 2027, diventando effettiva nel 2028.

Congelamento degli ESRS settoriali e modifica della “Reasonable Assurance”

Gli ESRS settoriali vengono congelati temporaneamente, privilegiando gli standard intersettoriali già esistenti. Inoltre, la “Reasonable Assurance” viene eliminata, mantenendo solo la “Limited Assurance”, che prevede controlli meno onerosi per le aziende.

Impatti sulle aziende escluse dalla CSRD

Le imprese escluse potranno utilizzare il VSME Standard (volontario e proporzionato), sviluppato da EFRAG e pubblicato nel dicembre 2024. Inoltre, la Omnibus introduce un “value-chain cap”, che limita la richiesta di dati alle PMI della catena del valore.

Tassonomia Europea: cosa cambia?

La proposta di modifica alla Tassonomia sarà attuata tramite un Atto Delegato, che potrebbe essere approvato in meno di tre mesi. Le principali novità includono l’innalzamento della soglia a 1.000 dipendenti e 450 milioni di fatturato, la semplificazione del template di disclosure e la modifica del principio Do No Significant Harm (DNSH). Potranno effettuare un reporting volontario le imprese con meno di 450 milioni di fatturato che dichiarano di allinearsi alla Tassonomia UE.

Modifiche alla CSDDD

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive subirà modifiche significative. L’obbligo di due diligence si applicherà solo ai fornitori diretti (Tier 1) e la frequenza del processo verrà ridotta da annuale a quinquennale. Inoltre, vengono eliminate le sanzioni basate sul fatturato globale e la responsabilità civile per i firmatari.

CBAM: rinvio e semplificazioni

Il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) subirà un rinvio di un anno, dal 2026 al 2027, con nuove esenzioni. Sarà introdotta una soglia a 50 milioni di tonnellate importate, riducendo così gli obblighi per aziende con volumi di importazione limitati, che rappresentano circa il 90% delle importazioni. I materiali inclusi nel CBAM rimangono invariati: ferro, acciaio, cemento, fertilizzanti, alluminio, idrogeno ed elettricità.

Conclusioni

La proposta del Decreto Omnibus ha già aperto il dibattito tra chi la considera una semplificazione necessaria e chi teme una deregolamentazione delle normative ESG. Tuttavia, la sostenibilità resta un pilastro strategico per le imprese e gli investitori. Anche con minori obblighi normativi, il numero di aziende che pubblicheranno report ESG volontari continuerà a crescere.



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