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Si terrà domani a Roma il Forum imprenditoriale Italia-Emirati Arabi Uniti organizzato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dai Ministeri dell’Economia e degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, con la collaborazione dell’Ice e il supporto di Cdp e Sace. L’evento sarà introdotto dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e dal Ministro di Stato per il commercio estero degli EAU Thani bin Ahmed Al Zeyoudi, interverrà anche il Ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Parteciperanno alla sessione di chiusura il Presidente degli EAU S.E. Sheicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan e la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Saranno presenti oltre centoventi tra imprese italiane ed emiratine, inclusi i più grandi gruppi industriali e finanziari dei due Paesi, e verranno firmati oltre 25 accordi BtoB (business to business). Le relazioni economico-commerciali tra Italia ed Emirati Arabi Uniti sono state caratterizzate negli ultimi due anni da un andamento positivo. Nel 2023, l’interscambio bilaterale è cresciuto del +9,7% rispetto al 2022, superando gli 8,8 miliardi di euro, con un aumento sia dell’export italiano (+10,7% rispetto all’anno precedente), pari a oltre 6,6 miliardi, che dell’import (+6,8%), pari a quasi 2,2 miliardi. Il saldo commerciale era positivo per 4,5 miliardi di euro. Nei primi undici mesi del 2024, l’interscambio è stato pari a 9 miliardi (+14,5% rispetto al medesimo periodo del 2023), per effetto di un aumento significativo del nostro export del +21%, malgrado una contrazione del nostro import del -5,4%.
L’Italia è 10° fornitore e 21° cliente degli Emirati. La quota di mercato dell’export italiano è pari a 2,66%, seconda tra le maggiori economie europee solo alla Germania (3,29%), seguita da Francia (2,03%) e Spagna (0,82%). Inoltre, le nostre esportazioni si compongono di macchinari (17%), gioielleria e pietre lavorate (15,8%) e articoli di abbigliamento (5,7%). Le voci principali del nostro import sono metalli di base (47,5%), prodotti della raffinazione del petrolio e petrolio greggio (35,3% del nostro import).
L’Italia vanta una presenza imprenditoriale molto solida negli Emirati. Nel Paese sono infatti attive circa 600 imprese a partecipazione italiana – sia di grandi dimensioni, sia Pmi – attive principalmente nei settori: infrastrutture e costruzioni (Gruppo Fs, Itinera, Mapei, Rimond Cimolai, Rizzani de Eccher, Webuild, Mermec,Trevi, Danieli, Prysmian); energia (Ansaldo, Eni, Enel, Maire Tecnimont, Saipem, Snam, Technip, Tenaris, Terna); beni di consumo (Stellantis, Luxottica, Maserati, Technogym); sicurezza/difesa (Elettronica, Fincantieri, Leonardo); bancario/assicurativo (Banca Intesa Sanpaolo, Sace); aerospaziale (Telespazio); siderurgia (Danieli). Lo stock di investimenti diretti (Ide) italiani negli Emirati nel 2023 era pari a 11,56 miliardi di euro, mentre lo stock di Ide emiratini in Italia, sotto potenziale, ammontava a 668 milioni. Oltre al campo energetico, infrastrutturale e della difesa, opportunità si segnalano nei settori dei servizi e dell’innovazione (agri-tech, biotecnologie, farmaceutica e intelligenza artificiale), dei trasporti urbani ed extraurbani, in particolare in relazione allo sviluppo delle reti ad alta velocità (“Programma ferroviario degli Eau”; “Ferrovia del Golfo”), e della sostenibilità ambientale. In occasione della visita, sarebbe prevista, a quanto si apprende da fonti vicine ai dossier, la firma di accordi di collaborazione tra le nostre più importanti aziende della difesa, come Leonardo, Fincantieri ed Elettronica, ed il gruppo emiratino Edge.
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