Caro-bollette, il governo cerca 3 miliardi di euro e rivolge un pensiero al gas russo

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito
Abruzzo
Agevolazioni
Agrigento
Alessandria
Ancona
Aosta
Arezzo
Ascoli-Piceno
Aste L'Aquila
Asti
Avellino
Bari
Barletta-Andria-Trani
Basilicata
Belluno
Benevento
Bergamo
Biella
Bologna
Bolzano
Brescia
Brindisi
Cagliari
Calabria
Caltanissetta
Campania
Campobasso
Carbonia Iglesias
Caserta
Catania
Catanzaro
Chieti
Como
Cremona
Crotone
Cuneo
Emilia-Romagna
Enna
Ferrara
Firenze
Foggia
Forli-Cesena
Friuli-Venezia Giulia
frosinone
Genova
Gorizia
Grosseto
Imperia
Isernia
Italia
La-Spezia
Latina
Lazio
Lecce
Lecco
Liguria
Livorno
Lodi
Lombardia
Lucca
Macerata
Mantova
Marche
Massa-Carrara
Matera
Messina
Milano
Modena
Molise
Monza-Brianza
Napoli
Novara
Nuoro
Olbia Tempio
Oristano
Padova
Palermo
Parma
Pavia
Perugia
Pesaro-Urbino
Pescara
Piacenza
Piemonte
Pisa
Pistoia
Pordenone
Potenza
Prato
Puglia
Ragusa
Ravenna
Reggio-Calabria
Reggio-Emilia
Rieti
Rimini
Roma
Rovigo
Salerno
Sardegna
Sassari
Savona
Sicilia
Siena
Siracusa
Sondrio
Sud sardegna
Taranto
Teramo
Terni
Torino
Toscana
Trapani
Trentino-Alto Adige
Trento
Treviso
Trieste
Udine
Umbria
Valle d'Aosta
Varese
Veneto
Venezia
Verbania
Vercelli
Verona
Vibo-Valentia
Vicenza
Viterbo


Due mesi fa l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) aveva stimato che nel primo trimestre del 2025 la bolletta elettrica per il ’cliente tipo’ vulnerabile servito in Maggior Tutela sarebbe aumentata del 18,2%. Dopo un lungo momento di distrazione martedì prossimo 25 febbraio dovrebbe arrivare sul tavolo del consiglio dei ministri un provvedimento da tre miliardi di euro per limitare l’impatto del caro-bollette per alcune limitate categorie sociali definite «vulnerabili».

Le risorse non erano state ancora trovate ieri sera anche se dal governo hanno tenuto a fare sapere che l’attività ferve tra il ministero dell’economia e quello dell’ambiente. Secondo il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin la cifra da trovare è di tre miliardi, una parte della quale (1,3 miliardi) dovrebbe andare ai consumatori, il resto alle imprese che da tempo stanno reclamando un intervento sui costi dell’energia che metterebbero a rischio le loro attività. Per finanziare il bonus in particolare alle piccole e medie imprese la viceministra all’ambiente Vannia Gava ha proposto di destinare i proventi delle aste Ets per l’estensione dell’Energy release, un meccanismo per lo sviluppo di capacità rinnovabile da parte delle imprese energivore.

Per i consumatori «vulnerabili» l’intervento dovrebbe essere sull’Isee l’indicatore che permette di misurare la condizione economica delle famiglie su cui valutare l’aiuto. La platea a cui applicare lo sconto annunciato dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti la settimana scorsa dovrebbe essere quella che ha un reddito fino a 15mila euro. Oggi è a 9.530 euro per famiglie con massimo 3 figli a carico, 20 mila euro quelle numerose con almeno 4 figli a carico. Attualmente il sostegno è concesso per 12 mesi, su una sola fornitura per ogni tipo di servizio (elettrico, gas e idrico. Per il 2025 il bonus elettrico annuo prevede 167,90 euro per i nuclei da 1-2 componenti a salire fino a 240,90 euro per le famiglie numerose con oltre 4 componenti.

Il «Decreto bollette» dovrebbe anche contenere l’annullamento del differenziale tra il costo del gas sul mercato di riferimento europeo (l’indice Ttf della Borsa di Amsterdam) e quello sul mercato all’ingrosso italiano (l’indice Psv). Ci potrebbe essere una norma sul rinnovo o il prolungamento delle concessioni idroelettriche, un intervento per ridurre gli oneri per la distribuzione del gas naturale e una sull’estensione dei soggetti che possono aderire alle Comunità energetiche rinnovabili, istituti pubblici di beneficenza e assistenza.

«È un’aspirina – ha osservato Mario Turco dei Cinque Stelle – da Confindustria alla Cgia di Mestre, l’aggravio dei costi è stato stimato come minimo tra i 10 e i 15 miliardi nel 2025, solo per le imprese». Per le associazioni dei consumatori (Codacons o Aduc) non convince la durata dei provvedimenti che dovrebbero restare in vigore per sei mesi. Il problema del «caro-energia» è strutturale e dipende dalla speculazione finanziaria sui prezzi delle materie prime o dagli eventi bellici (la guerra russo ucraina) che ha spinto l’Europa, e l’Italia, a rinunciare al gas russo a buon mercato. Misure a tempo determinato sono inutili e dissanguano le casse pubbliche, gli utenti e i loro salari già insufficienti.

Servirebbe cambiare i mercati finanziari. L’obiettivo non rientra tra i progetti della Commissione Ue. Mercoledì 26, il giorno dopo il decreto italiano, Bruxelles presenterà un «Piano d’azione per l’energia a prezzi accessibili».

Pichetto Fratin ha ipotizzato che, dopo la spartizione dell’Ucraina tra Stati Uniti e Russia, si potrà «tornare al gas russo». L’ipotesi non è esclusa dai partiti come Afd in Germania e ieri ha sollevato polemiche. Il voltafaccia sarebbe clamoroso, ma rientra nel cinismo del capitalismo fossile.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link